Ad oggi nessuna notizia, nemmeno ufficiosa, circa il rispetto della tempistica prevista per l'attuazione della riforma sul ciclo integrato dei rifiuto e quindi sulla costituzione della SRR e delle ARO. Lo fa sapere il commissario straordinario dell’Ato Pa 2 Roberto Terzo. “Avverto un profondo disagio nell'ascoltare il silenzio da parte degli organi competenti circa il destino della società e del servizio – spiega Terzo -. Ho inoltrato una richiesta interlocutoria a vari enti competenti e, con separata nota, ai Presidenti delle Commissioni Parlamentari Territorio e Ambiente e Attività Produttive”. Arrivano, invece, piccoli passi avanti sulla discarica di servizio dell’Ato, per il quale i diversi servizi del Dipartimento Acque e Rifiuti e del Dipartimento Territorio e Ambiente dovrebbero (condizionale è d'obbligo) rilasciare l'ultimo parere tecnico, propedeutico all'ottenimento dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA) per mettere in esercizio il nuovo impianto di Camporeale, “che – dice Terzo – se fosse pronto domani verrebbe gestito dall'Ato (almeno fino al 30 settembre), diversamente nessuno lo sa, la legge di riforma niente prevede in merito, classico caso di vacatio legis”. Secondo alcuni esperti, la discarica andrebbe intestata all'Ato e successivamente volturata alla SRR (che ancora non c'è): altri sostengono che andrebbe intestata direttamente alla SRR (quando sorgerà, e nel frattempo?). Volturare un'AIA non è proprio come procedere al passaggio di proprietà di autovettura. Contemporaneamente sono stati completati il lavori di adeguamento elettrico all'impianto di compostaggio di Bisacquino, dove bisogna "solo" registrare il funzionamento di alcune attrezzature, compromesso a causa del mancato utilizzo. Improvvisamente l'ambito si ritroverebbe a disposizione in un colpo solo di un impianto per il conferimento dell'umido e di uno per il conferimento dei rifiuti indifferenziati, previo trattamento di selezione del materiale differenziato. “Quindi – spiega Terzo – piuttosto che separare a "monte" carta, plastica, vetro, etc impegnando i cittadini in un vero e proprio “lavoro non retribuito” nella raccolta, selezionare a valle, cioè nell'impianto, con la cosiddetta attività di pretrattamento per i metalli e i materiali differenziati, risparmiando fatica ai conferitori e ottenendo maggiori percentuali di raccolta differenziata”. Il ciclo, integrato per l'appunto, andrebbe chiuso prevedendo la realizzazione di un impianto (possibilmente in prossimità dell'ambito), capace di trattare il percolato prodotto dalla discarica/impianto. In qualche parte in Italia (non in America o su Marte) lo trasformano in liquido idoneo per spegnere gli incendi o, addirittura, per scopi irrigui. Ma ora che si è più vicini alla realizzazione degli impianti che avrebbero dovuto assistere e "servire" il territorio sin dalla costituzione delle varie società d'ambito (per non generare l'oligarchia delle discariche private), all'agognata "razionalizzazione del servizio" e soprattutto ai "costi del servizio", i dipendenti, i mezzi e le strutture che fine faranno l’1ottobre? “Ad oggi non lo sappiamo – conclude Terzo – forse domani, forse il 30 settembre, forse quando cesserà l'emergenza rifiuti… Ah, dimenticavo, l'emergenza è cessata”.
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