Un altro chiaro segno di lotta contro l’aumento del fenomeno del “femminicidio” è stato dato ieri a Palermo, quando gli Agenti della Polizia di Stato appartenenti al Commissariato “Politeama” hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari Guglielmo Nicastro del Tribunale di Palermo, nei confronti di un ex marito che non si rassegnava all’avvenuta separazione. L’uomo, separato già da un anno, aveva già precedentemente manifestato segni di insofferenza e non accettazione della conclusione del rapporto matrimoniale. L’ex coniuge aveva infatti già denunciato alle forze dell’ordine precedenti episodi nei quali l’ex marito aveva manifestato la sua rabbia con insulti e minacce, richieste di aiuto subito raccolte dagli operatori che avevano comportato l’emissione a carico dello stesso del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dall’ex moglie, nonché di comunicazione con la stessa. Il provvedimento non ha tuttavia scoraggiato l’uomo che non rassegnato alla fine dell’unione. Una sera, violando i divieti, si è ancora una volta avvicinato alla moglie. La donna in compagnia di un amico è stata raggiunta dall’ex coniuge il quale dopo averla apostrofata pesantemente umiliandola senza preoccuparsi della terza presenza ha iniziato a minacciarla. La donna esasperata, ha provato a sottrarsi all’uomo allontanandosi velocemente recandosi nella propria abitazione. L’uomo, tuttavia, ossessionato e preso da una irrazionale collera, l’ha raggiunta fin sotto casa ed ha continuato ad insultarla e minacciarla. A questo punto la donna non ha esitato a chiedere aiuto alla Polizia di Stato, la quale intervenuta immediatamente tranquillizzava l’uomo che spontaneamente senza alcuna resistenza andava via. I poliziotti, dopo aver rassicurato la donna, apprendevano quanto accaduto poco prima in strada e venivano a conoscenza dei divieti imposti al ex marito dall’ Autorità Giudiziaria, divieti riguardanti anche i figli, non presenti al momento dell’accaduto. Alla luce di quanto avvenuto l’Autorità Giudiziaria, in considerazione del ripetersi di attenzioni indesiderate da parte del ex coniuge sfociate in tale occasione in frasi minacciose, ha ritenuto di sostituire il precedente divieto di avvicinamento nella misura cautelare degli arresti domiciliari. La misura restrittiva della libertà personale è stata subito notificata con il chiaro intento di proteggere la donna e di interrompere la prosecuzione di atti di tale entità da parte dell’ex-coniuge.