La Guardia di Finanza di Palermo ha tratto in arresto tre pluripregiudicati dediti alla truffa. I tre erano appena sbarcati dalla nave di linea proveniente da Napoli, di cui uno alla guida della propria autovettura e gli altri due a piedi senza bagagli al seguito. Si tratta di Luca Rizzuto, Gaetano Immesi e Attilio Immesi. Ad insospettire le Fiamme Gialle è stata la dichiarazione dei tre di avere viaggiato separatamente, sebbene dalla lista d’imbarco della compagnia di navigazione risultasse che, in realtà, gli stessi avevano condiviso la medesima cabina a bordo; un più approfondito controllo dei bagagli ha permesso di rinvenire, ben occultati fra gli effetti personali dei tre, complessivamente 14 mila euro in banconote da 50 e 100 euroil che ha indotto i finanzieri ad una accurata ispezione anche dell’autovettura al cui interno sono stati rinvenuti diversi gioielli, tra cui anelli, brillanti, pietre preziose, tutte rigorosamente false, e numerosi attestazioni di garanzia, anch’esse false. I tre, invitati a fornire delucidazioni circa l’origine di tali oggetti, hanno tentato di inventare qualche scusa ma orami il quadro era chiaro. Anche perché da qualche tempi i militari erano sulla pista di una banda di pataccari che agiva a Palermo. La sceneggiatura era più o meno sempre la stessa, ben congegnata dai tre truffatori . Uno dei trefingeva di essere un ufficiale di marina straniero ed aveva il compito di scegliere“per strada” la vittima. Individuato il malcapitato lo fermava per chiedere informazioniin un italiano stentato. Ottenuta l’attenzione della vittimaarrivava subito il secondo complice che, ben vestito e dai modi garbati, si offriva come traduttorespiegandoalla vittima che lo straniero ha urgente bisogno di rintracciare una gioielleria nelle vicinanze per vendere preziosi gioielli per recuperare denaro di cui aveva urgente bisogno. Il complice, alla presenza della vittima, fornisce indicazioni sulla gioielleria in zona e si adopera per rintracciarne il numero di telefono. Aquesto punto entra in gioco il terzo complice, contattato telefonicamente come presunto gioielliere che in pochi minuti arrivasul luogo per effettuare una valutazione degli oggetti preziosi.Poi il falsogioielliere si allontana con un pretesto, lasciando la vittima in compagnia degli altri due complici; ed è qui che il secondo “attore”, tende la trappola al passante, proponendo di acquistare insieme i gioielli, come si dice fifty-fifty, facendo così sborsare alla vittimalametà della somma pattuita con il sedicente ufficiale di marina che, a garanzia dell’autenticità dei gioielli, consegna all’anziano oltre ai finti preziosi anche un fantomatico certificato da fotocopiare. Ovviamente incaricato di fare la fotocopia sarà la vittima il quale, tornando sul luogo del “delitto” non troverà più nessuno realizzando così di essere stato appena truffato.I finanzieri hanno quindi proceduto nell’immediatezza al sequestro dei falsi gioielli, dei presunti certificati di garanzia e del denaro contante rinvenuto, avviando poi, su disposizione della Procura della Repubblica di Palermo, più mirate indagini sui tre truffatori, pervenendo presto alla conferma del quadro criminale tracciato. Infatti, pochi giorni dopo il sequestro, appresa la notizia di una truffa consumatasi in via Mariano Stabile a Palermo, costata 750 euro al solito anziano sventurato, i militari hanno rintracciato il truffato e gli hanno sottoposto le foto segnaletiche di diversi malfattori; tra questi l’anziano ha subito riconosciuto, con assoluta certezza, i volti dei tre soggetti in precedenza fermati al porto.
Sicilia by Italpress
La Regione Siciliana assume 246 nuovi dipendenti, Schifani “Nuova linfa”