Redazione

Palermo


Il ragazzo si trovava in Puglia durante la partita in cui si verificarono pesanti scontri. Da anni le tifoseriue pugliesi e siciliane sono gemellate

18 Gennaio 2016 - 00:00

Personale della Digos della Questura di Palermo ha eseguito stamattina nei confronti di Antonino Raccardi, palermitano di 23 anni dello Zen, una Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Lecce. Raccardi  insieme ad altri 12 destinatari della misura restrittiva, è accusato di avere svolto un ruolo attivo nel corso degli incidenti che hanno funestato il dopo partita di Lecce Carpi, incontro decisivo per la promozione in serie B e perso dalla squadra di casa. Al termine dell’evento sportivo, un nutrito gruppo dei tifosi leccesi, nonostante l’intervento di un consistente numero di stewards, sfondava una porta antipanico ed invadeva il terreno di gioco per manifestare il proprio dissenso nei confronti della società. Tali facinorosi, dopo aver anche tentato di entrare negli spogliatoi senza riuscirvi per il pronto intervento degli stessi steward e delle Forze dell’Ordine presenti desistevano e rientravano in curva. Poco dopo lo stesso gruppo di giovani, insieme ad altri, complessivamente circa 400, dall’esterno dello stadio tentava di raggiungere il settore riservato alla squadra locale effettuando una fitta sassaiola contro le Forze dell’Ordine schierate. Nella circostanza, rimanevano danneggiati tre mezzi della Polizia di Stato. In particolare, uno di questi veniva colpito da un grosso masso che si infrangeva sul lunotto della vettura. All’interno del veicolo veniva successivamente lanciato un fumogeno che ne causava l’incendio con conseguente distruzione dell’abitacolo. Le immagini degli scontri girate dalla Polizia Scientifica hanno dimostrato che a lanciare il fumogeno fosse stato un individuo con un vistoso tatuaggio della società  “Palermo Calcio” inciso sul braccio. Tale particolare, in relazione anche alla nota vicinanza della tifoseria leccese a quella palermitana, da anni suggellata da gemellaggio, ha messo i poliziotti di Lecce sulle tracce del teppista palermitano. Immediatamente è stata richiesta la collaborazione della Digos della Questura palermitana che ha preliminarmente escluso la responsabilità degli unici tre palermitani risultati avere acquistato il biglietto della partita ed i cui nomi erano rimasti archiviati nell’apposito database. Certo a questo punto che il giovane fosse entrato allo stadio clandestinamente. Le operazioni di rintraccio del giovane teppista hanno comportato un lavoro certosino da parte del personale della “!Squadra Tifoseria” della Digos di Palermo che ha visionato una lunga serie di immagini relative ad incontri casalinghi del Palermo calcio. Solo così è stato possibile rintracciare una serie di fotogrammi nei quali è stato possibile riconoscere Raccardi quale protagonista degli scontri, visto che esibiva il tatuaggio sul braccio destro. Raccardi  è stato così raggiunto nei pressi del suo domicilio e accompagnato al carcere dell’Ucciardone.

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