È in corso da stamattina, tra le province di Palermo e Trapani ed in altre località del territorio nazionale, una vasta operazione antimafia da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo, che stanno eseguendo una trentina di fermi del Pubblico Ministero emessi dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia. I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti. Le indagini hanno consentito di ricostruire gli assetti e le dinamiche criminali del mandamento mafioso palermitano di Porta Nuova, individuandone capi e gregari. Si è accertato che il sodalizio, pur continuando a esercitare una soffocante attività estorsiva sul territorio, consapevole che l’imposizione del “pizzo” a imprenditori e commercianti non è più sufficiente, complice l’attuale congiuntura economica, a mantenere le famiglie degli affiliati detenuti, si allea con altre consorterie mafiose della città e dell’area trapanese per gestire le “piazze dello spaccio” e, come negli anni ottanta, l’approvvigionamento degli stupefacenti direttamente dai Paesi produttori del Sud America e del Nord Africa. Nello stesso contesto, sono stati sequestrati beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa tre milioni di euro. Il paluso di Libero Futuro ed Addiopizzo “Addiopizzo e Libero Futuro esprimono il loro plauso ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo e ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo siciliano per l’importante operazione antimafia che ha portato, all’alba, all’arresto di numerosi soggetti accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. Nell’ambito delle indagini, uno degli operatori economici è stato accompagnato a denunciare dalle associazioni antiracket e seguito lungo tale difficile cammino che oggi trova il suo tanto atteso epilogo di liberazione. Attraverso pesanti intimidazioni e richieste estorsive, l'imprenditore è stato privato della sua attività economica e poco più di un anno fa si è rivolto ad Addiopizzo e Libero Futuro, a cui ha raccontato quanto fino a quel momento era stato costretto a subire. Convinto l'imprenditore a denunciare, si è avviato il percorso di collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Investigativo e la Procura di Palermo. Il percorso di denuncia non è stato affatto semplice e ci ha visti coinvolti passo dopo passo accanto alla vittima. Una vicenda drammatica che purtroppo, poche settimane fa, ha registrato anche un grave danneggiamento all'attività economica. Oggi le associazioni sono mobilitate per stare a fianco dell'imprenditore affinché non si senta solo e possa riavviare la sua attività nel più breve tempo possibile. Occorre che la società e le istituzioni facciano sentire vicinanza e sostegno concreto a chi, come questa vittima, ha trovato il coraggio di denunciare. Cogliamo l'occasione per rivolgere l’appello a denunciare a tutti gli imprenditori e gli esercenti che vivono ancora adesso stretti dalle maglie del racket. L’azione delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria e il perseverante lavoro nel territorio condotto dalle associazioni hanno creato una rete di soggetti in grado di offrire competenze, tutele e schermo necessari affinché un operatore economico possa denunciare in sicurezza”.
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