Commerazione stamani, davanti alla Real Casina di Caccia di Ficuzza, dell’assassinio del tenente colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo e del professore Filippo Costa, che si trovava con lui al momento dell’agguato. Era il 20 agosto del 1977. Russo, comandante del nucleo investigativo di Palermo dell’Arma, e l’amico insegnante morirono sotto i colpi sparati da un commando di mafiosi del calibro di Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca, inviati da Bernardo Provenzano e Totò Riina.
Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il comandante della Legione Carabinieri Sicilia, Generale di Divisione Giovanni Cataldo, il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, l’assessore regionale del Territorio e dell’Ambiente, Toto Cordaro, l’Arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, la figlia del Colonnello Russo, Francesca Benedetta, e altri familiari, il comandante regionale della Sicilia della Guardia di Finanza, Generale di Divisione Riccardo Rapanotti, il comandante dei vigili del fuoco della provincia di Palermo, ingegnere Agatino Carrolo, il sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi, con la giunta, il presidente del consiglio comunale, Pio Siragusa, e i consiglieri. Presenti anche rappresentanti di tutte le forze dell’ordine, associazioni di volontariato, cittadini. Sulla stele commemorativa sono stati deposti una corona di alloro e un mazzo di fiori.
Il tenente colonnello Russo era uno strettissimo collaboratore di Carlo Alberto dalla Chiesa. Le sue indagini erano di quelle che oggi verrebbero definite scottanti: il caso Mattei, l’avanzata della cosca corleonese, gli affari che ruotavano intorno agli appalti, ad esempio quello della diga Garcia. Mario Francese, giornalista del Giornale di Sicilia assassinato nel 1979, aveva preso spesso spunto dal lavoro di Russo per le sue inchieste. L’ufficiale ha ricevuto 16 encomi solenni. Il 24 settembre del 1990 è stato insignito della medaglia d’oro al valor civile per il suo impegno e l’elevata capacità professionale.
“Torno volentieri a Ficuzza – ha detto il generale Cataldo – e non solo per le bellezze naturali, ma perché questa ricorrenza mi offre l’opportunità di alcune riflessioni. Siamo qui per ricordare una persona eccelsa tra gli investigatori dell’Arma. Russo era un attento servitore dello Stato che aveva capito in anticipo le nuove strategie mafiose. É un fulgido esempio e uno stimolo a contrastare ogni giorno ogni forma di illegalità, piccola e grande”. Il prefetto Forlani, alla sua prima visita nel territorio corleonese dal suo insediamento, ha sottolineato come “la vigilanza deve sempre essere alta. É uno sforzo e una responsabilità di tutti”.
“Il tenente colonnello Russo – ha affermato il sindaco Nicolosi – ha fatto il suo lavoro fino alla fine, provocando a tal punto i mafiosi da decretare la propria morte. Oggi però Corleone ha definitivamente svoltato. Questa non è un’affermazione da riservare a queste occasioni, ma è effettivamente così perché c’è un rifiuto da parte dei cittadini della mafia, che ora viene vista come disvalore. C’è una consapevolezza soprattutto culturale, cosa che consente di guardare al futuro con fiducia”.
Un commento a “Ucciso dalla mafia 43 anni fa: cerimonia per il tenente Russo e il professor Costa”
Comments are closed.