Una rilevante serra “indoor” di marijuana, è stata scovata dalla polizia al termine di un’operazione. La droga era coltivata in un appartamento del quartiere di “Settecannoli”. A finire in manette G.M., 49enne palermitano, con piccoli precedenti di polizia.
A portare gli agenti del commissariato Brancaccio alle porte dell’abitazione, dove fin da subito sono ricaduti i sospetti che potessero svolgersi attività illecite inerenti gli stupefacenti, il continuo presidio di quartieri storicamente “difficili” e, soprattutto, l’osservazione dei movimenti e delle dinamiche criminali, colte direttamente grazie al capillare controllo del territorio.
In via Ben Giobair, nei pressi di una palazzina di un solo piano, gli agenti avevano registrato un andirivieni di persone, apparentemente non giustificato dalla ridotta esposizione della via. L’osservazione esterna della palazzina ha alimentato i dubbi degli agenti: un cavo dell’energia elettrica è stato infatti notato fuoriuscire dalla finestra del primo piano e terminare in un locale sottostante. Sulla base dell’assunto che la produzione e la coltivazione “domiciliare” di stupefacenti si accompagna al furto di energia elettrica, i poliziotti hanno chiesto l’intervento dei tecnici dell’Enel e proceduto ad una perquisizione dell’immobile.
Non appena entrati nell’edificio, gli agenti hanno avvertito il classico, acre odore di marijuana. G.M. che aveva la disponibilità dell’abitazione, dopo una iniziale fase di tentennamento e nervosismo è stato costretto a consentire l’accesso ai poliziotti: complessivamente, all’interno dell’appartamento del primo piano e di un locale seminterrato della palazzina stessa, sono stati rinvenute e sequestrate 156 piante di marijuana raccolte in vasi, 1,6 chilogrammi di sostanza già essiccata, 20 bustine di marijuana già confezionate, materiale utile al confezionamento.
Il personale dell’Enel ha verificato, inoltre, come il locale fosse alimentato attraverso un allaccio abusivo alla rete pubblica, motivo per cui l’uomo dovrà rispondere anche del reato di furto di energia elettrica. I poliziotti ritengono plausibile che l’arrestato fosse un “grossista” di marijuana e che in queste vesti possa avere avuto contatti con i pusher che alimentano il sempre fiorente mercato al dettaglio della periferia orientale del capoluogo.