Dopo il primo caso di coronavirus a Monreale, il sindaco Alberto Arcidiacono, dal suo profilo facebook, ha lanciato un messaggio molto chiaro alla comunità monrealese: “Smettiamo con questi atteggiamenti di caccia all’untore”. Già, perché a partire da ieri sui social, sopattutto, si sono inseguite le ipotesi più disparate su chi fosse questa persona che ha contratto il virus Covid-19. Alla fine lo rivela il sindaco: “Si tratta di una donna che lavora nella Rsa di Villafrati – dice Arcidiacono – e che abita a San Martino. Ma vi assicuro che la donna sin da subito ha seguito i rigidi protocolli di auto-isolamento e di comportamenti responsabili insieme alla sua famiglia. Non ravvisano alcun sintomo e a loro rivolgo un messaggio di auguri di pronta guarigione”.

In effetti da ieri tutti cercavano di intuire chi potesse essere la persona colpita da coronavirus: “La caccia all’untore rappresenta quanto di più sbagliato possibile – dice Arcidiacono – Soltanto credendo nel rispetto delle regole e delle indicazioni avremo la possibilità di gettare questo periodo alle spalle”. Intanto l’Asp sta tentando di ricostruire l’indagine epidemiologica della donna monrealese vittima del covid-19, “e siamo in attea di ricevere il protocollo per circoscrivere quanto più possibile il problema”, assicura Arcidiacono.

Poi un messaggio per “chi ha perso il lavoro, per chi ha chiuso il negozio, per i ragazzi che hanno interrotto i loro studi – dice Arcidiacono – presto torneremo alla normalità, anche se oggi ci sembra un miraggio quello di recuperare la nostra libertà e quotidianità. Ma dipende da noi, dai nostri atteggiamentie di rispettare le regole”.  Poi un ultimo passaggio: “Stringetevi attorno alle vostre famiglie, rimanete con i vostri cari e limitate al massimo le uscite – dice – Sono le uniche armi a nostra disposizione per vincere questa guerra e allontanare questa coltre che ha ottenebrato le nostre vite. Ma Monreale è una grande città, ha una grande comunità e sono orgoglioso di come stiamo reagendo. Presto torneremo a rivivere la nostra libertà, ma serve il contributo di tutti”.