Da Tunisi con esemplari di specie protette e sigarette di contrabbando

Redazione

Palermo - Palermo

Da Tunisi con esemplari di specie protette e sigarette di contrabbando
Nel corso di controlli svolti nell’area “extra-schengen”, in concomitanza allo sbarco dei mezzi e dei passeggeri della nave “Catania”

14 Febbraio 2020 - 09:14

I finanzieri di Palermo ed i funzionari dell’Ufficio delle Dogane, nel corso di controlli svolti nell’area “extra-schengen”, in concomitanza allo sbarco dei mezzi e dei passeggeri della nave “Catania” proveniente da Tunisi, hanno sequestrato un esemplare di “testudo graeca” e oltre 1.500 chili di tabacchi lavorati esteri abilmente occultati in una auto.

Nel primo caso, si è trattato di una contravvenzione lesiva della convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione. Un accordo stipulato nel 1975 per regolamentare il commercio internazionale di numerose specie la cui esistenza è messa a rischio dall’indiscriminato prelievo in natura per fini commerciali. Durante i controlli di frontiera è stata rinvenuta, nascosta in una scatola di cartone per scarpe, una tartaruga appartenente alla famiglia della “testudo graeca”, per la cui detenzione la disciplina Cites impone il possesso di una specifica documentazione, nonché l’apposizione del microchip. Privo di qualsiasi documento, e considerato lo stato in cui l’esemplare è stato rinvenuto, quest’ultimo è stato sottoposto a sequestro e trasferito in custodia in una riserva. Il responsabile è stato immediatamente segnalato in stato di libertà all’Autorità giudiziaria.

In rapida successione i militari hanno poi controllato altro passeggero, sbarcato a bordo della propria auto, il quale dichiarava di possedere soltanto una “stecca” di sigarette. Il controllo consentiva, invece, di rinvenire circa 1,5 chili di sigarette di contrabbando, occultate all’interno dei sedili e di un vano portaoggetti dell’auto nonché all’interno delle maniche di un giubbotto. È scattata anche in questo caso la segnalazione, amministrativa, alla quale seguirà una sanzione pecuniaria non inferiore a 5.000 euro.

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