I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, in collaborazione con i colleghi di Messina, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla procura della Repubblica peloritana, hanno dato esecuzione al decreto emesso dal gip del tribunale di Messina con il quale è stato disposto, nei confronti della Caronte & Tourist Spa e di S.L.C., nella sua qualità di amministratore della Navigazione Generale Italiana Spa (incorporata nel 2017 dalla Caronte), il sequestro preventivo delle navi-traghetto “Pace”, “Caronte” e “Ulisse”, attualmente impiegate nei collegamenti La Maddalena-Palau, Trapani-Isole Egadi e Palermo-Ustica, nonché di somme di denaro, beni mobili ed immobili e quote societarie, per un valore di oltre 3,5 milioni di euro.
Nell’operazione sono stati segnalati all’autorità giudiziaria anche altre tre persone, L.G., E.B. e V.F., con ruoli di amministrazione nella Navigazione Generale Italiana Spa e nella Caronte & Tourist. I reati ipotizzati sono quelli di truffa per il conseguimento di pubbliche erogazioni, falsità ideologica e frode nelle pubbliche forniture ai danni della Regione Siciliana.
La Navigazione Generale Italiana Spa si era aggiudicata nel 2015 il lotto II (Trapani-Isole Egadi) del bando di gara della Regione Siciliana (Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità) per il servizio di collegamento marittimo per cinque anni tra la Sicilia e le sue isole minori. Il valore del lotto era di circa 15,9 milioni di euro, con aggiudicazione, tramite un significativo ribasso, a 5,3 milioni di euro. Per partecipare e aggiudicarsi la gara ciascuno dei concorrenti aveva individuato una nave-traghetto (la Ngi aveva designato la “Pace”) da dedicare esclusivamente alla tratta oggetto del singolo lotto, dotata di stringenti caratteristiche strutturali volte a consentire la navigazione in piena sicurezza anche alle persone a mobilità ridotta. Rientra in tale nozione chiunque abbia una particolare difficoltà nell’uso dei trasporti pubblici, compresi gli anziani, i disabili, le persone con disturbi sensoriali e quanti impiegano sedie a rotelle, le gestanti e chi accompagna bambini piccoli.
Gli approfondimenti investigativi svolti dalle fiamme gialle, hanno consentito di accertare che la nave “Pace”, presenta invece gravi carenze tecniche e strutturali in ragione delle quali non è assolutamente possibile trasportare in sicurezza persone a mobilità ridotta. Tali difformità (rispetto a quanto previsto sia dalla normativa vigente che dal bando), accertate anche dai competenti organi tecnici nel corso delle periodiche attività ispettive, non sono mai state sanate e, conseguentemente, non avrebbero consentito la partecipazione né, soprattutto, l’aggiudicazione della gara alla Ngi Spa (ora Caronte & Tourist Isole Minori Spa).
Le indagini hanno anche consentito di riscontrare l’avvenuto ricorso a sostituzioni irregolari del traghetto designato per la tratta Trapani-Isole Egadi, non autorizzate preventivamente dalla stazione appaltante, ma, soprattutto, avvenute con ulteriori traghetti (“Caronte” e “Ulisse”) anch’essi carenti dei requisiti previsti per il trasporto delle persone con mobilità ridotte. Ulteriori ispezioni delle navi con l’ausilio di ingegneri navali, nominati consulenti tecnici dall’autorità giudiziaria inquirente, hanno definitivamente confermato l’ipotesi investigativa, sgombrando ogni dubbio circa la assoluta inidoneità di tutti e tre i traghetti e sul conseguente concreto rischio (come ad esempio in caso di naufragio, incendio) per l’incolumità delle persone con mobilità ridotte.
“La normativa nazionale vigente – spiegano gli inquirenti – in linea con quanto previsto dal diritto dell’Unione Europea in tema di aiuti di Stato, al fine di rendere economicamente conveniente l’esecuzione del fondamentale servizio di collegamento di linea, prevede cospicui contributi a beneficio degli aggiudicatari, sulla scorta di una stima del costo di gestione della tratta, al netto dei ricavi derivanti dalla vendita dei titoli di viaggio”.
L’ammontare dei contributi pubblici indebitamente percepiti nel periodo 2016-2019, quantificato dagli specialisti della guardia di finanza di Palermo, è di oltre 3,5 milioni di euro, ed è stato oggetto di sequestro nei confronti della società e degli indagati. I mezzi navali sequestrati sono stati affidati ad amministratori giudiziari nominati dal gip, mentre la società armatrice è stata designata custode.