Con l’operazione “Anni neri”, la Polizia, a seguito di una complessa ed articolata attività di indagine, ha dato esecuzione alla misura cautelare del Divieto di Dimora nei Comuni di Palermo, Altofonte, Belmonte Mezzagno, Ficarazzi, Monreale, Misilmeri, Villabate e Bagheria, disposta dal Gip di Palermo, nei confronti di cinque indagati responsabili a vario titolo di maltrattamenti aggravati (dalla circostanza che la persona offesa, ultraottantenne, risultasse gravemente invalida) nei confronti di uno degli ospiti della comunità-alloggio “Anni Azzurri”, che si trova a Palermo in via Benedetto Marcello.
Le indagini, condotte da personale della sezione “Investigativa” del Commissariato “Zisa-Borgo Nuovo”, esperite anche con l’ausilio di intercettazioni audio/video, nell’arco di 3 mesi di monitoraggio hanno registrato più di 100 episodi di condotte vessatorie, denigratorie, lesive della dignità umana, oltre a percosse ed immobilizzazioni, tali da ingenerare nel povero degente – un uomo di 84 anni gravemente malato ed invalido, uno stato di soggezione.
Gli indagati sono tutti appartenenti ad un unico nucleo familiare che esprimeva il titolare di fatto della struttura, affiancato dai congiunti (padre, madre e fratello) nella gestione quotidiana dell’attività. Tra gli indagati è annoverata anche una badante “in nero” della struttura, “in servizio” soprattutto durante le notti. Proprio quest’ultima – tra l’altro – era beneficiaria del reddito di cittadinanza e anche per tale motivo risulta indagata con relativo sequestro preventivo della carta ove viene accreditato il beneficio.
Le numerose condotte illecite registrate hanno consentito di acclarare come esse avessero preso di mira un anziano – beneficiario dei sussidi previsti dalla “legge 104” e quindi soggetto portatore di handicap in situazione di gravità – “colpevole” soltanto di lamentarsi eccessivamente per i dolori connessi al suo stato precario di salute, circostanza che avrebbe in tal modo arrecato “disturbo” agli altri ospiti ed agli stessi badanti/gestori. Costantemente ingiuriato ed offeso, minacciato, sottoposto a soprusi e vessazioni di ogni genere, molto spesso veniva lasciato piangere e lamentarsi anche per ore piuttosto che essere accompagnato in bagno per adempiere a bisogni fisiologici; altre volte immobilizzato, imbavagliato e percosso.
Di recente, peraltro, è stato accertato tramite un intervento dei sanitari dell’Asp di Palermo, che presso la stessa struttura tutti gli operatori lavorassero “in nero” e come nessuno di essi fosse in possesso di attestazione professionale utile a svolgere tale attività. Inoltre, sono state riscontrate delle anomalia circa la comunicazione degli alloggiati all’Autorità di Pubblica Sicurezza, reato punito con una contravvenzione. Al termine dell’operazione tutti i degenti presenti nella struttura sono stati riaffidati ai rispettivi parenti.
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