Eclatante azione di protesta da parte dell’Associazione Una oggi a Monreale. Il presidente e i volontari dell’associazione animalista hanno occupato la sede di rappresentanza del Comune normanno. Giuseppe Lo Vecchio, presidente di UNA, con alcuni volontari hanno deciso di incrementare il livello della protesta occupando il palazzo di città portando con loro anche diversi cani randagi. Lo stato di agitazione ormai prosegue da giorni e, in seguito alla segnalazione effettuata il 30 maggio alla Polizia municipale, sul ritrovamento di tre cani abbandonati nel punto di raccolta rifiuti di Poggio San Francesco, si è deciso di intraprendere azioni di protesta più dure. Il 30 di Maggio, al bivio Portella della paglia, lo stesso Lo Vecchio afferma di aver atteso tutto il giorno l’arrivo dei dipendenti dell’ufficio tecnico del comune di Monreale dopo la segnalazione del ritrovamento dei cani abbandonati. Questa la causa scatenante che ha determinato l’occupazione di oggi. “I cani necessitano di cure medico-sanitarie immediate, alcuni sono affetti da rogna – afferma Lo Vecchio – senza parlare delle procedure di microchippatura, completamente ignorate benché previste per legge”. Oggi la resa dei conti, i volontari hanno trasportato gli animali direttamente nella sede dell’amministrazione comunale e attendono i dipendenti del distretto 11 dell’ASP 6 per effettuare le visite. La protesta verte sempre sulla mancanza del canile. “Siamo nuovamente qui a protestare per far capire che il nostro impegno non si ferma, continueremo a monitorare il fenomeno finché non riusciremo ad ottenere ciò che per legge deve essere messo a disposizione di tutti gli animali, compresi i cani randagi che nel nostro territorio sono circa 500. Le condizione di queste creature sono pessime – conclude Lo Vecchio – i cani necessitano di cure di cibo e di strutture idonee ad ospitarli. Ma al momento siamo costretti ad assistere ai peggioramenti che si manifestano di giorno in giorno, specialmente perché i randagi stazionano vicino ai cumuli di rifiuti, con le gravi conseguenza di carattere sanitario che da ciò potrebbero emergere”
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