Ricordo esattamente quel 23 Maggio del 1992. Ero in Piazza, a Monreale, alla “Balata” e un amico mio, oggi capitano dei Carabinieri, Filippo Di Mitri, con le lacrime agli occhi mi disse” hanno ucciso Giovanni Falcone”. Quella notizia segnò l’abbandono dell’età dell’innocenza e l’ingresso nell’età della ragione. Oggi, a 21 anni dalla strage di Capace, sulle gambe degli eroi uccisi dalla Mafia, e forse anche da pezzi dello Stato, tutti dobbiamo sentirci pronti a cambiare questa nostra terra. Le gesta degli eroi possono rendere tali anche chi, come me, è un comune mortale. Dobbiamo sentirci pronti a gridare, senza paura, che la mafia è una montagna di merda, che i mafiosi sono essere inutili che hanno disonorato la dignità e la bellezza di una terra come la nostra. Oggi, tuttavia, è il giorno in cui tutti dobbiamo fare, io per primo, un passo in avanti. Il giorno in cui dobbiamo combattere, o iniziare a combattere, o continuare a combattere con più forza, fate voi, la mentalità mafiosa. Quella mentalità secondo cui è giusto che il debole si pieghi al forte. Quella mentalità secondo cui è giusto che l’esercizio dei diritti non è assoluto ma subordinato all’intervento del politico di turno Quella mentalità secondo cui non bisogna vedere e parlare, ma piuttosto tacere. Quella mentalità secondo cui “tanto i politici sono tutti uguali”. Quella mentalità secondo cui chi parla è “spiune” e chi sta zitto “uomo i panza”. Per me chi sta zitto, chi tace, pur potendo parlare, è solo un vigliacco. Io mi ribello a tutto ciò. E’ una vita che mi ribello. Io non faccio politica per ottenere incarichi o per distribuirli agli amici ma per servire il mio paese. Io non faccio politica per favorire gli amici potenti tentando di far togliere loro delle sanzioni amministrative. Io amo questo paese. Da oggi, vi imploro, amatelo anche voi. Non rimanete in casa a farvi intorbidire le menti dalla televisione. Parlate con la gente, parlate tra di voi, confrontatevi. Aiutiamoci a creare un paese migliore. Onoriamo, finalmente, con i fatti, con le nostre azioni, la memoria di chi ha lottato veramente contro la mafia, e non solo a parole, prendendo per mano il nostro destino. Amiamo il mostro paese. Amiamoci — Fabio Ganci —