Si tratterebbe di un caso di omonimia. Per questo il tribunale del riesame ha scarcerato Onofrio Buzzetta, finito in carcere nell’operazione Mandamento, con l’accusa di avere fatto parte della famiglia mafiosa di Monreale controllando la zona di Pioppo.
Buzzetta, che 48 anni, secondo la ricostruzione degli investigatori, per conto Giuseppe Libranti Lucido, anch’egli finito in cella, avrebbe eseguito i sopralluoghi nei cantieri edili per ottenere dai titolari opere in sub-appalto ed assunzioni. Accuse respinte dai difensori di Buzzetta, gli avvocati Fabio Bognanni e Francesco Macchiarella. Non ci sarebbero elementi indiziari sufficienti per dimostrare l’appartenenza del Buzzetta a Cosa nostra.
In particolare, nonostante il suo nome fosse citato in un’intercettazione telefonica, tra gli indagati Giuseppe Lombardo e Francesco Vassallo, e indicato come “mafioso del Pioppo” i legali hanno sostenuto che non si può escludere un caso di omonimia. Il presidente del Riesame, Giacomo Montalbano, ha accolto le loro tesi.