“Dio mi ha donato una figlia meravigliosa, Miranda, che domenica 10 marzo compie 18 anni e frequenta il liceo classico Garibaldi. È con lei che mi confronto quando scrivo i miei libri, poiché è molto critica. Se piacciono a Miranda, allora sono sulla buona strada, perché piaceranno con molta probabilità anche ai ragazzi della sua età, ed è questo il mio obiettivo: coinvolgere i giovani” Inizia così la nostra chiacchierata con Melinda Zacco, giornalista,s crittrice, madre e figlia. Oltre che moglie di Fortunato Fortunato Arena, radiologo e docente universitario, “che mi accompagna nelle mie avventure giornalistiche”. Il suo ultimo lavoro si chiama “Palermo bellissima da sempre” e, sotto la spinta del compagno, ha fondato la Casa Editrice Zacco-Pittographiae con la quale ha pubblicato il suo ultimo libro. “Ho iniziato a scrivere per caso, perché il mio obiettivo iniziale era di fare la psicologa. Poi un giorno mi proposero di scrivere articoli per la rivista “Palermo”, un mensile prodotto dalla Provincia Regionale. Mi dissero che scrivevo bene. Mi piacque l’idea e da allora non mi sono più fermata. Subito dopo ho iniziato anche a scrivere per il quotidiano L’Ora, La Sicilia e tante altre testate giornalistiche fino ad approdare al Giornale di Sicilia. Oggi sorrido quando penso a don Serafino Falvo, fondatore della Chiesa Carismatica Italiana, mio padre spirituale che oggi non è più tra noi, poiché lui un giorno profetizzò che avrei scritto libri e avrei scritto di Gesù. Io ancora non pensavo assolutamente di diventare giornalista, figuriamoci scrittrice. Eppure le sue parole si sono avverate: il mio primo libro è intitolato “Gesù Guarisce ancora?” – tradotto in portoghese – che racconta alcune guarigioni miracolose attraverso le testimonianze di fedeli cristiani.Da questo libro ha inizio tutto il mio percorso”. Qual è la pubblicazione di cui va fiera? “Ogni pubblicazione è un’emozione. Come quando si partorisce una propria creatura. Ogni libro mi ha arricchito d’esperienza ed è legato ad un momento particolare della mia crescita di giornalista e scrittrice. Certo,sono fiera che uno dei miei libriovvero“Grand Hotel et des Palmes – Storia e Mistero” in occasione della Fiera Internazionale del libro al Cairo nel 2006, è stato l’unico volume accolto nella storica Biblioteca di Alessandria d’Egitto, custodito nella sezione “libri Speciali”. Un volume è entrato anche a far parte della sontuosa biblioteca del Vaticano e donato a Sua Santità Papa Benedetto XVI. È un libro unico per il suo contenuto esclusivo e per la manifattura interamente artigianale, di cui esistono solo 120 esemplari numerati. Un volume prezioso, dal costo di 2 mila euro, realizzato artigianalmente con una particolare carta unica al mondo, in puro Cotone Linters che non produce microrganismi, prodotta secondo le antiche tecniche Arabo-Normanne di mille anni fa. Sono contenta di essere riuscita a trovare un metodo per stampare questo tipo di carta particolare. Un metodo che ho brevettato alla Camera di Commercio con il nome Pittographiae. Ma anche il libro “Mistero al bar del Gattopardo” è nel mio cuore. È il primo romanzo che ho scritto, riportando alla luce un pezzo di “storia” di Palermo attraverso un filo sottile tra storia e fantasia”. Com'è fare la giornalista in Sicilia? Quali sono i problemi? “Non so come sia fare la giornalista fuori dalla Sicilia. È un’esperienza che non ho fatto. Amo troppo la mia terra e ho scelto la strada della cultura. Amo troppo il mio lavoro e non perdo tempo a guardare ciò che non mi aiuta a crescere ed a migliorarmi. Attraverso i miei libri e le mie trasmissioni culturali su Palermo sto cercando di far conoscere la propria città soprattutto ai palermitani, che secondo me sono proprio coloro che non hanno alcuna visione della ricchezza che posseggono. Sono convinta che bisogna conoscere la propria storia per poter amare la nostra città e per potere comprendere il presente. Certo tante sono le lacrime versate su questa terra di Sicilia, ma è tempo di raccogliere i frutti di quelle lacrime. Il segreto, secondo me, è iniziare dal nostro linguaggio, da come parliamo e da ciò che professiamo con la nostra bocca su Palermo”. Progetti per il futuro? “Sicuramente continuare a fare ciò che faccio, sempre con maggiore impegno e professionalità. Tante le idee ed i sogni. Ma il futuro non appartiene a noi, come vuole Dio”. Cosa significa per lei questo premio? “Ricevere ulteriore energia per continuare domani meglio di oggi”.
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