Andrà in scena domani giovedì 20 dicembre, alle ore 21, al Teatro Biondo di Palermo lo spettacolo “In stato di grazia” della Compagnia Oltremura, diretta dalla regista pugliese Claudia Calcagnile e composta da 12 detenute-attrici dell’Istituto penitenziario Antonio Lorusso Pagliarelli di Palermo. Nato tra le mura dell’Istituto di pena, lo spettacolo prodotto e autofinanziato dall’associazione Mosaico, è liberamente ispirato al testo “La lunga vita di Marianna Ucrìa” di Dacia Maraini. A far parte della compagnia anche due attrici professioniste, la palermitana Gabriella D’Anci e la catanese Lidia Papotto.
È la seconda volta che Oltremura porta fuori dal carcere il proprio lavoro. “Il Teatro Biondo sostiene con convinzione, già dall’anno scorso, l’attività della compagnia Oltremura perché, al di là della valenza sociale del progetto, ne riconosciamo il valore artistico e formativo – dice il direttore del Teatro Biondo, Roberto Alajmo -. Il teatro è di per sé una pratica etica e rigenerativa”. L’esperienza teatrale di Oltremura parte dall’idea di un teatro d’arte al servizio della persona e della comunità e ha visto negli anni il coinvolgimento di circa ottanta detenute, dai 18 ai 65 anni e di diverse nazionalità, in percorsi laboratoriali di teatro.
“Dal 2015 cerchiamo di esperire un teatro capace di fare arte, mettendo al centro della scena la vita – spiega la regista e curatrice del progetto Claudia Calcagnile – Questo costante lavoro ci porta a riscoprire ogni volta la funzione originaria del teatro, che si nutre di ciò che accade nella vita. Il carcere rappresenta per noi quel luogo capace di rinnovare il linguaggio e di restituire al teatro la sua necessità. Ciò ci consente di perseguire con verità e urgenza la nostra ricerca. La nostra compagnia vive e realizza il suo lavoro in continua relazione con i limiti, quelli architettonici della struttura di detenzione e quelli individuali di ciascun essere umano. Il continuo scontro con questi limiti è ciò che muove il nostro lavoro di ricerca, che mette al centro della scena la persona e non il personaggio. Le protagoniste hanno trovato nel teatro un nuovo modo per esprimersi e dare un nuovo significato allo spazio che le circonda. La loro capacità di essere completamente sé stesse è uno degli aspetti più interessanti dell’intero progetto”.
In questi anni il teatro di Oltremura ha riscosso un interesse sempre maggiore da parte della comunità esterna, vantando il sostegno oltre che del Teatro Biondo, dell’Università degli Studi di Palermo e del Comune di Palermo, anche della scrittrice Dacia Maraini che ha ispirato la pièce. “Il teatro, l’arte in generale e la bellezza, non hanno mai come fine l’educazione o la morale, ma diventano educative ed etiche attraverso l’immaginazione, attraverso la fantasia. – ha commentato la Maraini, autrice del libro da cui è tratto lo spettacolo – Marianna, il personaggio simbolo dell’intero spettacolo, è una sordomuta in un mondo repressivo che considerava i sordomuti incapaci di intendere e di volere e li rinchiudeva in manicomio. Da lì nasce la sua voglia di libertà: lei non sente, però vede, non ha la capacità di dialogare con gli altri, ma arriva quasi ad un dialogo muto. La libertà nonostante i legami, nel senso di chiusura, proibizioni, censure e tabù. Non solo il cancello o la porta chiusa, ma le porte chiuse che sono dentro di noi”.
La storia di Marianna Ucrìa, in questo senso, è emblematica. Una donna sordomuta costretta nel suo ruolo sociale di moglie e madre, che cerca di scoprire il mondo attraverso i libri, diventa metafora di tutto il lavoro svolto in questi mesi da Oltremura. “In stato di grazia”, quindi, è molto più di una trasposizione teatrale: in scena non ci sono personaggi, ma donne presenti con il loro vissuto, con tutta la loro potenza espressiva.