Era il 13 novembre del 2013, quando Giovanni Titone alla guida della sua Ford Focus, si scontrò con una Fiat Punto sulla Palermo-Sciacca, poco prima del bivio per Giacalone. Nel tragico scontro persero la vita cinque persone, tra cui un bambino di appena due anni, il figlio di Titone (leggi qui). Il pubblico ministero ha chiesto 5 anni di reclusione per l’uomo accusato di omicidio colposo.
Il difensore di Titone, l’avvocato Maurizio Gaudio, ha chiesto l’assoluzione dell’imputato. Il giudice monocratico del tribunale di Palermo Simone Alecci, ha rinviato per repliche e sentenza all’udienza del 17 luglio prossimo. Nello scontro morirono il figlio di Titone, Alberto, di 2 anni; la moglie, Maria Mergola, di 25, madre del bambino; Rosa Pilo, di 51, madre di Titone. E poi i due occupanti dell’altra auto, Rosario Lo Re, di 68 anni, e la moglie, Maria Ciaccio, di 71 di Roccamena. Nell’incidente sono rimasti feriti lo stesso Giovanni Titone e un altro figlio dell’uomo. Secondo gli accertamenti svolti dai carabinieri e confluiti agli atti dell’indagine Titone avrebbe affrontato la curva in cui è avvenuto l’impatto a 110 chilometri orari, una velocità superiore a quella massima consentita nelle strade extraurbane che è di 90 chilometri orari. L’incidente avvenne in una giornata di pioggia.