Mafia, estorsioni e frode fiscale: arrestate 7 persone

Redazione

Palermo

Mafia, estorsioni e frode fiscale: arrestate 7 persone

09 Aprile 2018 - 08:51

Sono circa 100 i militari, tra carabinieri a finanzieri impiegati in un’operazione congiunta denominata “Gioielli di famiglia”, del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo e della Compagnia Carabinieri di Bagheria. I militari hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal Gip presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 7 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata, delitti contro la pubblica amministrazione e reiterate condotte di frode fiscale.

Il fulcro delle indagini è costituito dalle attività illecite riferibili a Pietro Formoso (fratello di Giovanni e Tommaso, entrambi condannati alla pena dell’ergastolo per aver partecipato alla “stagione stragista” del 1993), soggetto di elevato calibro criminale, già raggiunto da numerose sentenze di condanna irrevocabili per reati non di mafia (associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti nel ruolo di promotore e capo), per le quali il predetto si trova tuttora detenuto.

L’alto profilo criminale dell’indagato si desume dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, concordi nel ritenerlo coinvolto nel contesto mafioso misilmerese e palermitano, oltre che dotato di notevole capacità economica frutto delle sue attività delinquenziali. Sino ad oggi, Formoso non era mai stato attinto dall’accusa di associazione mafiosa o di delitti aggravati dal metodo mafioso, tanto che gli addebiti mossigli si fondano su numerose ed eterogenee risultanze istruttorie, acquisite – già a partire dal 2013 – sia dall’Arma dei Carabinieri che dalle due componenti operative della Guardia di Finanza di Palermo.

Il nome di Formoso era già emerso nel corso di approfondimenti di segnalazioni per operazioni sospette svolti, in materia antiriciclaggio, dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria. Tali indagini, unitamente a quelle dei Carabinieri e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno permesso di ricostruire il contesto imprenditoriale dell’indagato e di tracciare i suoi interessi economici.

Attraversp le indagini e gli accertamenti finanziari e patrimoniali, supportati dalle dichiarazioni raccolte da diversi collaboratori di giustizia, è stato possibile ricostruire: la partecipazione di Pietro Formoso alle attività della famiglia mafiosa di Misilmeri, con il ruolo di referente per il traffico internazionale di stupefacenti proveniente dalla Spagna e dalla Colombia e per le estorsioni nei confronti di imprenditori locali, nonché per aver autorizzato l’affiliazione di soggetti all’associazione mafiosa “Cosa Nostra”; le reiterate condotte estorsive in danno di un imprenditore palermitano, al quale venivano richiesti 100.000 euro, quale asserito corrispettivo per l’acquisto di pietre preziose, già saldate in passato; condotte fraudolente da parte di imprenditori finalizzate ad evadere il Fisco; la condotta di un operatore nel settore dei compro oro finalizzata ad assicurarsi un atteggiamento di favore da parte degli organi di controllo.

In particolare, le indagini hanno permesso di ricostruire le dinamiche concernenti la pretesa economica avanzata da Formoso ad un imprenditore (che origina dalla cessione a quest’ultimo da parte dell’indagato di gioielli del fratello Giovanni) e di chiarire il sistematico apporto fornito nella fase di riscossione del denaro da parte di altri soggetti, notoriamente inseriti in contesti mafiosi. “Quest’ultimi, infatti – spiegano gli investigatori – hanno posto in essere, con “metodo mafioso”, azioni idonee ad esercitare una particolare coartazione psicologica nei confronti della vittima, con i caratteri propri dell’intimidazione derivante dall’organizzazione criminale”.

I militari hanno anche sequestrato somme di denaro depositate su conti correnti riconducibili ad imprese individuali, operanti nel settore della vendita all’ingrosso di carne e della vendita di oro ed oggetti preziosi, che avevano omesso il versamento dell’Iva e dell’imposta sul reddito, per un importo totale di circa 850.000 euro.

LA DICHIARAZIONE DEL COMANDANTE PROVINCIALE DEI CARABINIERI – “Ancora una volta – ha detto il comandante Antonio Di Stasio – la sinergica collaborazione tra la Magistratura e le forze di Polizia ha dato i suoi frutti a beneficio della cittadinanza e della relativa domanda di sicurezza in un territorio caratterizzato dall’endemica presenza del fenomeno mafioso. In particolare, nell’ambito di un strutturato e pianificato programma di contrasto alla criminalità intrapreso dal Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, l’Arma con l’operazione odierna – condotta in stretta intesa con la Guardia di Finanza e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo (cui rinnovo la mia gratitudine per l’impegno profuso) – ha portato a segno l’ennesimo colpo nei confronti di cosa nostra.

Pietro Formoso, uomo d’onore della famiglia di Misilmeri, attualmente ristretto in carcere, è la figura principale di quest’indagine. Fino ad oggi – nonostante le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che lo avessero indicato quale elemento di spicco mafioso misilmerese e palermitano, nonchè punto di riferimento del traffico internazionale di stupefacenti proveniente dalla Spagna e dalla Colombia – non era mai stato accusato di associazione mafiosa o di delitti aggravati dal metodo mafioso”.

GLI ARRESTATI – I provvedimenti sono scattati per Lorenzo D’Arpa 58 anni, Paolo Dragna, 64 anni, Pietro Formoso, 69 anni, Francesco La Bua, 68 anni, Pietro Morgano, 70 anni e Vincenzo Meli, 66 anni. Nei confronti di Francesco Paolo Migliaccio, ispettore della Polizia di Stato in servizio presso il commissariato Porta Nuova di Palermo, il gip del Trinbunale di Palermo ha imposto il divieto di dimora nel territorio del Comune di Palermo e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Secondo l’accusa, non avrebbe denunciato il per ricettazione il titolare di un “compro oro”.

Altre notizie su monrealepress

Un commento a “Mafia, estorsioni e frode fiscale: arrestate 7 persone”

Comments are closed.

Commenta

Autorizzazione del Tribunale di Palermo N. 621/2013

Direttore Responsabile Giorgio Vaiana
redazione@monrealepress.it