Il provvedimento restrittivo è stato eseguito dagli agenti della Polizia in servizio presso la Squadra Mobile di Palermo – Sezione Criminalità Organizzata, nei confronti di Salvatore Ciancio, palermitano di 39 anni, che, lo scorso mese di aprile, si è reso responsabile di più episodi di tentata estorsione a danno di aziende del mercato ortofrutticolo. Ciancio si è già distinto per la particolare inclinazione a delinquere. Nei suoi confronti ci sono precedenti penali per la partecipazione ad un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine e di altri gravi reati contro il patrimonio, episodi commessi ai danni di istituti di credito delle regioni del Nord Italia. “In ragione della particolare propensione al crimine – spiegano dalla Questura – è stato destinatario dell’avviso orale del Questore Renato Cortese, proposto per l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, nonché colpito dal sequestro dei beni connesso all’applicazione della misura”.
Il suo curriculum criminale si arricchisce per la comprovata vicinanza ad ambienti mafiosi, essendo già stato coinvolto nelle indagini che hanno riguardato il mandamento mafioso “Pagliarelli”, quando emerse il particolare interessamento di Cosa Nostra per il mercato della droga. Lo stesso, dalle altre attività di indagine, è risultato vicino anche ad altre articolazioni mafiose, nello specifico il mandamento “Brancaccio” e la famiglia “Acquasanta”, nel cui territorio, come noto, ricade il mercato ortofrutticolo.
L’arresto dopo l’unanime e ferma opposizione dei gestori degli stand del mercato ortofrutticolo, consorziati in una Organizzazione di Categoria. Questi, infatti, si sono riuniti a seguito del grave allarme suscitato dalla pressante e diffusa richiesta subita e, facendo fronte comune, hanno denunciato quanto avvenuto, richiedendo l’intervento delle Autorità. Nello specifico, i rappresentanti dell’associazione e numerosi commercianti si sono recati presso gli Uffici della Squadra Mobile per denunciare l’accaduto, evidenziando che Ciancio si era presentato richiedendo a ciascun operatore il pagamento di una somma di 200 euro a titolo di pizzo, da versare per le festività pasquali per il sostentamento delle famiglie dei carcerati. Da quanto riferito dalle vittime, Ciancio entro pochi giorni dalla prima richiesta si sarebbe presentato nuovamente per ottenere la consegna del denaro, ovviamente lasciando presagire ai commercianti il pericolo derivante dall’eventuale rifiuto di piegarsi alla richiesta estorsiva.
Il provvedimento di custodia cautelare in carcere è stato emesso dal Gip di Palermo, Filippo Serio, su richiesta dei sostituti procuratori della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia Picozzi, Luise e Tartaglia, coordinati dal Procuratore della Repubblica Aggiunto Salvatore De Luca.