Se doveva essere l’ora del “ricomponiamoci e torniamo tutti a casa sorridenti”, si è sbagliato luogo e giorno. Il Pd convoca il direttivo. Lo fa al Collegio di Monreale in una serata tiepida per lo scirocco. E questo tepore diventa incendio dentro la sala Millunzi.
Ci prova a spegnere il fuoco il segretario del Pd Toti Zuccaro. Ma dal suo intervento alla chiusura ci sono ore di dibattito, insulti, accuse reciproche, vecchi rancori, si mettono in discussione ruoli e persone, quello del sindaco Piero Capizzi compreso. Si scava nella memoria, antica, anzi antichissima, e, spesso si fa fatica a stare dietro a tutti i discorsi. C’è Zuccaro come detto, c’è Ignazio Davì, c’è Tonino Russo, ci sono le tre dissidenti (Rosanna Giannetto, Rossella Pica e Manuela Quadrante) ci sono i vecchi volponi di questo partito che rievocano tempi ormai morti e sepolti, c’è Mimmo Vittorino, neo componente del partito democratico e i tre assessori di riferimento, Nadia Granà, Sandro Russo e Ignazio Zuccaro. Proprio l’assessore Zuccaro sarà protagonista di una sfuriata incredibile verso Tonino Russo e alcuni militanti.
Ma andiamo con ordine. Toti Zuccaro parte spedito. Il senso del suo intervento è uno solo: ci si ricompatta, si parla, anche attraverso gruppi di lavoro, ci si vede, ma si stia all’interno di un solo Pd e si segua la linea che stabilisce il partito. Tutto chiaro insomma. In realtà non proprio. Perché è ormai palese che Toti Zuccaro sia finito nel mirino di alcuni insoddisfatti del Partito. Che non gliele mandano certo a dire. La sensazione è che, in questo momento, Toti Zuccaro abbia contro una minoranza. Ma questa minoranza sta facendo di tutto per mettere zizzania e lo sta facendo bene.
“Qualcuno vuole far passare il messaggio che non abbiamo fatto nulla”. E Zuccaro parte con elencare tutto gli interventi del Pd portati avanti a Monreale: dal ripristino della linea dell’Amat 389 al Cres (che in verità ancora si aspetta ndr), dalla transazione con Amia al completamento del riconoscimento Unesco, dal finanziamento per il completamento per il Complesso a quello per il quartiere Carmine passando per il ritorno della Musica Sacra. Insomma, gli argomenti ci sono. Ma qualcuno fa finta di non ascoltare.
E Zuccaro precisa: “Andiamo avanti insieme compatti, seguiamo una sola linea, ma facciamolo tutti. Il tempo dei cambiamenti ci sarà, ma non adesso. Chi ci sta bene, sennò sono fuori”. Qualche timido intervento, poi le prime “bombe”. Le prime le sgancia l’ex assessore Giuseppe Magnolia: “Il problema è che qui non si riesce a dare un volto al Pd di Monreale – dice Magnolia – manca un indirizzo e poi qui, i vertici, quando serve non sono in grado di metterci la faccia”.
Poi tocca a Tonino Russo. E le sue parole vanno a segno: “C’è il fallimento più totale sotto tutti i punti di vista – dice – ed è chiaro che bisogna prendere subito in mano la situazione. Nuovo segretario? Per il momento magari no, ma la Giunta va immediatamente azzerata e vanno fatti altri ragionamenti. Gli assessori devono essere espressione di un partito, non lavorare per i fatti propri”.
La risposta dell’assessore Ignazio Zuccaro è stata feroce: “Ci hai definiti asini – ha detto Zuccaro riferendosi a Tonino Russo – qui c’è gente laureata, ci sono professionisti che ogni giorni si fanno un mazzo grandissimo per portare avanti dei progetti per Monreale. Siamo tre assessori scemi che sono costretti anche a sentire le stupidate che spari”.
Ma gli occhi erano tutti puntati sulle tre dissidenti. Alla fine ha parlato solo la Giannetto. La sensazione è che abbia fatto un discorso generico, comprendendo le sue due colleghe, puntando nel finale su argomenti che le stanno più acuore. Anche la Giannetto aveva qualche sassolino nelle scarpe da togliersi, soprattutto nei confronti dell’assessore Granà che, però, ha risposto alle accure.
“Io sono stata eletta dal popolo – ha detto la Giannetto – gli assessori sono espressione dell’ambiente politico di riferimento, ma qui mi pare che siano espressione di essi stessi. Assessore io al posto di uno di loro? Ho rifiutato a suo tempo e lo ribadisco qui: non farò mai l’assessore. Non ho bisogno di queste poltroncine”.
Se doveva essere, insomma, la sera per ricominciare, è stata la sera per disfare ancora di più. Tra un anno dovrebbero esserci le elezioni del nuovo segretario. Segretario che al momento è il bersaglio di tutte le critiche che piovono addosso a questo partito. E non riesce a venirne a capo. Senso di unità e di responsabilità che non riesce ad essere rimesso in primo piano. E, forse, sarebbe il caso di fare un passo indietro (tutti) e fermarsi a riflettere.
Ci dice per favore chi sono i vecchi Volponi ? io putroppo conosco i nuovi Volponi capeggiati da Zuccaro