I furti di rame stanno mettendo in crisi i cittadini monrealesi che sono vessati da questa barbarie imperante. Non c’è una sola zona periferica o del centro che non sia colpita da quella che è una vera e propria “calamità innaturale”. A lanciare l’allarme questa volta alcuni cittadini del centralissimo quartiere Ciambra che sorprendentemente nel pomeriggio di venerdì (tra l’incuranza/connivenza del vicinato) hanno trovato divelti alcuni canali di gronda realizzati appunto col metallo rosso. Oltre al furto, il danno arrecato per un misero pezzo di gronda. I costi della successiva messa in sicurezza e del ripristino del problema, ovviamente sono maggiori del valore stesso ricavato dai proventi del furto.

Oltre a provocare spesso l’interruzione di pubblici servizi essenziali con ripercussioni di natura economica e sociale di particolare rilievo, questi furti possono avere conseguenze per quanto riguarda la sicurezza e l’ordine pubblico in genere, ricordiamo le strade al buio in tutto il territorio. Il rame fa gola alle bande criminali (mafiose, organizzate o meno) per l’elevato costo di questa materia prima (a fine 2012 viaggiava sui 6,82 euro al chilo mentre ora si attesta sui 5,28 euro) e per la duttilità, visto che si combina benissimo con altri metalli per formare almeno 400 leghe.

I dati dimostrano la recrudescenza di un fenomeno che bisogna arginare mediante interventi straordinari anche perché da poco si registrano ulteriori tentativi di furto di cavi e di interi gruppi di contatori dell’acqua. Forse, oltre a normali servizi di controllo del territorio, andrebbero controllati proprio i depositi che acquistano questi materiali e che potrebbero diventare ricettatori, e controllare la provenienza di questo materiale presente nei loro magazzini.