Riceviamo e pubblichiamo il messaggio dell’Arcivescovo di Monreale Michele Pennisi nel giorno di San Castrense, patrono della Diocesi di Monreale.
Sono lieto di celebrare la Santa Eucaristia nella solennità di San Castrense patrono della nostra Arcidiocesi ,del quale si conservano le sacre reliquie nella nostra cattedrale per volere di Re Guglielmo II,che le ricevette come dono di nozze dall’arcivescovo di Capua Alfano. Saluto la comunità parrocchiale di San Castrense e l’omonima confraternita con il suo parroco don Antonino Crupi.
San Castrense, Vescovo di Cartagine vissuto intorno al V secolo d. C., durante la persecuzione dei Vandali, insieme ad altri sacerdoti e fedeli fu imbarcato, come oggi avviene per i tanti immigrati provenienti dall’Africa, su una vecchia nave, priva di timone, di antenne e di cavi con lo scopo di farlo annegare. Sbarcato miracolosamente in Campania, iniziò a svolgere il suo apostolato. Morì sul finire del V secolo dopo Cristo a Volturno e subito venerato dal popolo in tutta la Campania. Mi pare molto significativo questo rapporto fra la nostra Arcidiocesi e l’Africa, che continua anche oggi.
Come avrete saputo sono di ritorno dalla Tanzania dove mi sono recato assieme a don Dario Russo e a don Giacomo Sgroi nella Diocesi di Iringa su invito del vescovo mons. Tarcisio, che anche presidente della Conferenza Episcopale della Tanzania.
Il 2 febbraio festa della Presentazione al Tempio di Gesù nella chiesa cattedrale della diocesi di Iringa abbiamo preso parte alla concelebrazione eucaristica con tutti i religiosi e le religiose che operano nel territorio della sua diocesi, tra cui 3 religiosi appartenenti all’istituto dei Frati Minori Rinnovati di Corleone , dipendenti dalla nostra diocesi, che hanno in Tanzania una loro casa. Durante la presentazione dei doni all’offertorio, sono stati portati, insieme a tutti i frutti della terra e del lavoro dell’uomo una icona del Cristo Pantocratore di Monreale e un ampolla di profumi che serviranno per la confezione del Crisma il prossimo giovedì santo e presentati al vescovo come dono della Chiesa monrealese.
L’indomani accompagnati dal vescovo visitiamo la missione di Kilolo dove la diocesi ha terreni che coltiva per il sostentamento della Chiesa diocesana.. Le suore Teresine in questo villaggio si occupano di un Dispensario sanitario e una scuola superiore per ragazze che risiedono in un convitto costruito anche grazie al contributo della nostra diocesi. Abbiamo visitato un Orfanotrofio finanziato da una associazione tedesca che accoglie circa 80 tra bambini, ragazzi e giovani, alcuni dei quali stanno frequentando l’università.
Il 4 febbraio abbiamo visitato la missione di Kitanewa retta dal missionario padre Salvatore Ricceri della diocesi di Catania e il villaggio di Idodi dove ci accoglie un gruppo di bambini che dolcemente reclamano le caramelle. Qui accanto la chiesa è stato costruito un asilo con le offerte della parrocchia Cattedrale di Monreale, e recentemente è stato scavato un pozzo grazie all’interessamento di don Calogero Giovinco. Da lì arriviamo alla missione di Mapogoro dove veniamo ospitati.
Domenica 5 febbraio ho presieduto ,in un tripudio di colori e di canti, la concelebrazione nella chiesa del villaggio di Tungamalenga, i cui abitanti ci hanno accolto al suono di tamburi in festa e una lunga processione di ingresso ritmata dalle danze e dai canti del coro dei bambini .. Dopo la celebrazione ho benedetto il nuovo asilo costruito da un benefattore della diocesi di Monreale in memoria del fratello Salvatore Miceli grazie all’interessamento dell’associazione Hakuma Matata.
Il 6 febbraio ci rechiamo a Migoli dove visitiamo una grande scuola secondaria una delle più apprezzate della Tanzania e nella sala intitolata a mons. Luigi Bommarito, arcivescovo emerito di Catania . Ho potuto rivolgere un massaggio ai circa 1200 studenti e ai loro professori.. Altre opere assistenziali nel villaggio di Migoli, vengono curate dalle suore Collegine della Sacra Famiglia le quali prestano il loro servizio nella catechesi ai ragazzi della parrocchia, nell’assistenza a circa 30 bambini ospiti di un orfanotrofio e nella gestione di un piccolo ospedale con un reparto fo maternità una struttura diurna per malati di AIDS.
Abbiamo visitato il villaggio di Izazi dove la nostra diocesi ha realizzato diverse opere attraverso l’associazione Hakuna Matata di don Dario Russo. Accanto alla chiesa affrescata dal giovane carinese Enrico Vivona, è sorto un asilo in memoria di Maria Chiara Vivona, socia fondatrice dell’associazione che qui venne per offrire il suo aiuto ai piccoli. Alla medesima associazione si deve anche la costruzione di una scuola di taglio e cucito per ragazze dei villaggi vicini con annessi locali per dormire e mangiare alle quali dopo il corso biennale viene data in dono la macchina da cucire che hanno utilizzato durante il corso affinché sia loro garantito un futuro . Accanto alla scuola delle ragazze c’è quella di falegnameria per i ragazzi.
Con la gratitudine al Signore per i tanti volti incontrati, le piccole e grandi mani strette, le tante realtà visitate, i tanti bisogni ascoltati, la sincera e profonda fede che qui si vive, desideriamo ringraziare tutte le comunità e le parrocchie fra cui la cattedrale per il sostegno a le varie opere di evangelizzazione e di promozione umana.
Michele Pennisi arcivescovo di Monreale