Conosciuto come il “Panda” o il “TIgnuso” era ricercato da oltre due mesi. Giovanni Vitale era considerato “braccio armato” vicino a Giuseppe Fricano, reggente del clan di Resuttana. I carabinieri lo hanno arrestato in una campagna della provincia. Era insieme al suo fiancheggiatore, il palermitano Salvatore Billeci (foto in basso), operaio incensurato, che, alla vista dei militari, tentava la fuga attraverso una finestra sul retro dello stabile. All’operazione hanno partecipato circa 50 Carabinieri per la cinturazione del casolare, supportati dall’alto da un elicottero dell’Elinucleo CC di Bocca di Falco. Nel 2012 era stato arrestato dalla Squadra Mobile con l’accusa di essere un esattore del pizzo dopo la denuncia del titolare di imprenditore nel settore della ristorazione e delle discoteche.
Ad ottobre scorso le forze dell’ordine sono andate a casa sua per notificargli il ripristino di una misura cautelare decisa dalla Cassazione e non lo hanno trovato. Vitale, nel corso della sua vita, era già finito in carcere quattro volte ma è stato sempre scarcerato. Dalle ultime indagini sul suo conto è emerso che avrebbe tentato di estorcere denaro a due imprenditori in cambio della “serenità”: per farlo bisognava pagare 5 mila euro una tantum e 500 euro al mese. Ma le vittime del racket si ribellarono facendo scattare per lui le manette. Il suo nome compariva fra gli indagati dell’operazione Apocalisse che ha sgominato il clan di San Lorenzo.
Secondo gli investigatori Vitale sarebbe stato il braccio destro di Giuseppe Fricano, considerato reggente del clan, nella raccolta del pizzo. A settembre 2016, la polizia ha proceduto con il sequestro dei suoi beni, tra cui un negozio nel cuore della Guadagna che sarebbe diventato luogo ideale per i summit di mafia ai quali partecipava Salvatore Profeta.