Pubblichiamo parte di una lunghissima lettera inviata dall’assessore Nadia Granà che vuole replicare al nostro pezzo sulla Casa della Cultura.
Caro Direttore,
A nome dell’amministrazione che mi onoro di rappresentare mi preme fare chiarezza in merito all’articolo pubblicato da Monreale Press venerdì 2 Dicembre a firma di Raimondo Burgio.
Partiamo da titolo, certamente eclatante ma foriero di menzogne. Premetto che non sono un giornalista ma ritengo che il titolo, generalmente, esprima in modo sintetico il contenuto dell’articolo. Annunciare la (quasi) chiusura del Santa Caterina a soli 6 giorni dalla sua riapertura è una notizia priva di fondamento, ovvero una bufala. (…)
Gli attuali orari di apertura della struttura sono stati resi noti al pubblico mediante l’affissione di un cartello. La struttura è stata APERTA al pubblico tutti i giorni dalle 8,30 alle 13,30. (…) Questa amministrazione intende organizzare, così come comunicato, anche un servizio di apertura al pubblico pomeridiano che sarà possibile assicurare attraverso una razionale e corretta turnazione. I cittadini, in questa prima settimana, hanno dimostrato il loro affetto nei confronti di questo bene storico e il loro entusiasmo per il ripristino di servizi negati per molti anni alla cittadinanza, frequentando numerosi sia la biblioteca che l’archivio. Abbiamo anche ricevuto diverse donazioni di libri, manifesti e cimeli storici. (…)
In tanti ci siamo impegnati affinché le porte del Santa Caterina si potessero riaprire e non trovo rispettoso nei confronti di chi ha lavorato caparbiamente per raggiungere questo risultato dire che in questi giorni si è assistito ad uno spettacolo “deplorevole” a causa dell’assenza di un custode. Evidentemente il giornalista non sa che gli archivi sono dotati di sistema anti intrusione che ne garantiscono la sicurezza.
Ci piacerebbe, inoltre, conoscere la fonte delle vostre informazioni in merito al rendimento, da voi definito “davvero basso” e alle “inefficienze” di dirigenti e funzionari del nostro comune. Queste sono accuse pesanti, prive di fondamento, frutto di considerazioni personali che un giornalista non dovrebbe esprimere.
Nadia Granà
LA REPLICA DEL DIRETTORE
Siamo felici di ricevere la lettera dell’assessore Granà. Che, però, dimostra di non aver recepito a fondo il messaggio del nostro Raimondo Burgio. L’assessore si sente pungolata su fatti che non le abbiamo mai rimproverato. Anzi. Al contrario. Chi segue Monreale Press, conosce la nostra simpatia nei confronti dell’assessore Granà che forse, stavolta, è stata mal consigliata. Partiamo ad analizzare i punti da chiarire. La biblioteca, o meglio, come piace definirla all’assessore Granà, la Casa della Cultura non è chiusa. Noi non lo abbiamo mai detto. E il titolo, infatti, recita quasi chiusa. Ed è un dato di fatto. Perché oggi, gli orari sono i seguenti: 8,30-13,30, come specifica Raimondo Burgio nel suo pezzo. E così, una Casa della Cultura, un luogo in cui andare a studiare, non ha proprio senso. Perché quelli che dovrebbero andare a studiare, di solito la mattina sono impegnati a scuola o all’università. Da qui la provocazione di Raimondo sul “marinare la scuola”. Che i cittadini abbiano dimostrato il loro affetto, beh, sarà sicuramente così: noi, però, di gente alla Casa della Cultura in questi primissimi giorni non ne abbiamo di certo vista.
Sull’impegno politico per la riapertura, lo abbiamo rimarcato anche noi: c’è stato e non lo negheremo mai. Ma la messa in pratica dei fatti politici, poi, passa dai dirigenti. E, se permette caro assessore, noi giornalisti abbiamo il diritto di criticare, sancito, per fortuna dalla Costituzione e dalle nostre carte deontologiche. Raimondo ha in mano le delibere che spiegano per filo e per segno come dovrebbe essere gestita la Casa della Cultura. Carte che lei conosce e sulle quali non ha speso una sola parola. E che dimostrano che i dirigenti non abbiano recepito il suo “voler fare cultura” a Monreale.
Siamo contenti che ci siano degli appositi strumenti anti intrusione. Ci saremmo stupiti del contrario. Sa benissimo, però, che l’occasione fa l’uomo ladro. Un portone aperto è sempre invitante per chi ha cattive intenzioni. Sul rendimento e sulle inefficienze dei dirigenti, beh, assessore, i fatti al momento parlano per noi. Saremo felici, come al solito, però, di essere smentiti. Perché qui a Monreale vale una regola: se è un fatto bello, raccontalo; se è brutto, stai zitto. Noi, per fortuna, non abbiamo mai seguito le regole.