Colpo alla famiglia mafiosa di Ciaculli: arrestato il nuovo capo

Redazione

Palermo - Avrebbe avuto un ruolo di leadership nel coordinamento delle famiglie del mandamento di Brancaccio

Colpo alla famiglia mafiosa di Ciaculli: arrestato il nuovo capo
Già condannato tre volte per 416 bis. Sarebbe stato lui a prendere le redini della cosca un tempo guidata da Michele Greco

19 Novembre 2024 - 10:36

Sarebbe lui ad aver preso il posto che un tempo fu di Michele Greco, storico boss di Cosa Nostra, conosciuto come “Il Papa”. La polizia ha arrestato questa mattina Gaetano Savoca, 57 anni, a seguito delle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Francesca Mazzoco e Francesca Dessì. La storica famiglia mafiosa di Ciaculli, un tempo guidata da Michele Greco e successivamente dal nipote Leandro Greco, arrestato nell’operazione “Cupola 2.0” del 2019, avrebbe avuto recentemente Gaetano Savoca al vertice. Secondo gli investigatori, Savoca, arrestato e condannato tre volte per mafia; non solo ricopriva il ruolo di capo mandamento, ma avrebbe anche gestito le assunzioni presso una cooperativa impegnata nei cantieri ferroviari.

Un ruolo quello di Savoca di leadership nel coordinamento delle famiglie criminali del mandamento di Brancaccio. L’operazione si inserisce nel continuo lavoro di indagine condotto nella zona di Ciaculli-Brancaccio, storico bastione di Cosa Nostra. Già il 3 marzo scorso, un’azione analoga aveva portato all’arresto di otto indagati appartenenti alla stessa organizzazione, accusati di reati quali associazione mafiosa, estorsione aggravata, traffico di droga e detenzione illegale di armi.

Le indagini hanno evidenziato l’influenza esercitata da Savoca, attraverso riunioni segrete e incontri con altri membri del sodalizio. In particolare, ha diretto le attività illecite, soprattutto nei settori delle estorsioni e del traffico di droga, fornendo istruzioni operative e direttive strategiche. È emersa inoltre la sua capacità di gestione come vertice del mandamento, dimostrata sia nel risolvere conflitti interni sia nel garantire il sostegno economico ai membri detenuti.

Questo scenario si collega ai gravi episodi di sangue avvenuti il 26 febbraio scorso, quando Giancarlo Romano, boss in ascesa nella famiglia di Corso dei Mille, è stato assassinato e il suo braccio destro Alessio Caruso ferito. Per questo episodio, due indagati erano già stati fermati per omicidio. Durante l’operazione, sono state effettuate numerose perquisizioni domiciliari su mandato dell’Autorità giudiziaria. Queste hanno coinvolto soggetti indagati anche per ricettazione e riciclaggio nell’ambito delle stesse indagini.

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