PALERMO (ITALPRESS) – Mutilazioni genitali femminili, informare, sensibilizzare e ricostruire. Questo il tema del “Summit Itinerante sulle Mutilazioni Genitali Femminili” che si è svolto a Palazzo Steri, sede dell’Università degli Studi di Palermo. Un’iniziativa che coincide con la Giornata Mondiale della Tolleranza Zero contro le Mutilazioni Genitali Femminili, istituita dalle Nazioni Unite per diffondere una sempre maggiore consapevolezza su questa pratica lesiva dei diritti umani, che coinvolge milioni di bambine, ragazze e donne, in tutto il mondo. “Ho accolto subito con grande entusiasmo l’invito a partecipare a questa manifestazione che intende essere proprio una testimonianza dell’impegno dell’azienda Policlinico Universitario nei confronti di questa campagna che va contro questo atto di violenza sulla donna che inizia addirittura in età neonatale talvolta”, ha spiegato la neo direttrice del Policlinico, Maria Grazia Furnari alla prima uscita pubblica dal suo insediamento. “L’obiettivo principale – prosegue Furnari parlando del suo nuovo incarico – è di portare avanti questo Policlinico in alto e di farlo arrivare a livelli nazionali e internazionali ancora più luminosi rispetto a quelli in cui già comunque si trova”.
All’incontro tanti professionisti ed esperti sul tema. In Italia, secondo una ricerca dell’Università Bicocca di Milano, le donne che hanno subito queste mutilazioni sono quasi 88.000. Nonostante i grandi numeri, nel nostro Paese sono ancora poche le donne che denunciano la propria esperienza di mutilazione e che mettono in discussione questa pratica. Sono ancora meno le donne che, in un processo di conoscenza e cambiamento chiedono di ripristinare, in forma e funzione, i loro genitali esterni. “L’evento ha lo scopo di informare e sensibilizzare su questa pratica che costituisce nel diritto internazionale una grave violazione dei diritti umani a danno di milioni di bambine, ragazze e donne” – ha affermato Adriana Cordova, direttrice dell’Unità operativa di Chirurgia Plastica del Policlinico -. Alla tavola rotonda hanno partecipato ginecologi, sociologi, psicoterapeuti e antropologi, oltre che ovviamente chirurghi plastici e associazioni del territorio, al fine di creare una sinergia tra le categorie professionali coinvolte nel tema e assicurare la migliore assistenza alle donne. Contemporaneamente al nostro summit, allo stesso orario, parte in Africa una identica manifestazione, con le donne che dicono no alle mutilazioni genitali che devono essere abolite o sostituite con riti simbolici di iniziazione”. Tra gli obiettivi della manifestazione e della SICPRE, infatti, c’è la creazione delle MGF Unit, unità ospedaliere multidisciplinari composte da ginecologi, psicologi, urologi e ovviamente chirurghi plastici, per dare a queste pazienti accoglienza e il miglior trattamento possibile. “Le culture che portano avanti questa tradizione – ha spiegato Manola Albanese Psicologa-psicoterapeuta, presidente di MàMa Srl – sono culture che per identità sono molto riservate e quindi è difficile far emergere questa realtà, che è una realtà che obiettivamente dà delle lesioni fisiche e psichiche di identità a molte donne. Questo fa sì che noi, da occidentali, dobbiamo avere prudenza e arrivare a contaminare le culture solo dove questa contaminazione è richiesta, solo quando c’è un bisogno di salute richiesto”.
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(ITALPRESS).
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