Ci risiamo. Si avvicina dicembre e monta la protesta la mitica protesta studentesca. Ancora una volta il copione si ripete e pare ci sia un gioco delle parti che invece di stabilire un dialogo serio e da adulti con gli studenti, inscena una pantomima di comodo con un versante lassista e pressappochista di tali “studenti medi”. Io richiamo l’attenzione del dirigente scolastico e tutti gli operatori interni a evitare sia la degenerazione delle iniziative che le proteste pretestuose. Permettere che quattro ragazzini in vena di derive filosofiche e politiche sullo stato dell’arte scolastico, capaci di presentare un piano di lavoro quotidiano del tutto farlocco, possano prendersi gioco della Istituzione Scuola è un reato (vi rimando anche alla espressione del Consiglio Stato, Sez. VI, 17/10/2006, n.6185). Agli insegnati e al dirigente rivolgo le mie parole affinché vigilino sui corretti percorsi formativi sin qui attuati, e perché attivino con i giovani un tavolo di dialogo sul loro futuro con forme partecipative extra scolastiche se reale è questo tipo di esigenza. Ai ragazzi “studenti medii” mi sento di poter dire (alla luce del mio passato “nel Basile” n.d.a.) che il loro piano di lavoro molto stentoreo e del tutto vuoto non produce nulla che non possa essere elaborato in un tavolo di studio coordinato, costituito in modo democratico e assolutamente partecipativo senza l’obbligo di passare da un blocco delle lezioni come di fatto si sta avverando. Se si vuole giocare a fare gli adulti allora facciamolo sullo stesso scacchiere, ma dimostrateci che sapete davvero produrre un documento fatto di proposte “concrete”, di reali progettualità innovative e che permettano alla scuola di rivolgersi al territorio con un occhio al futuro. Ad oggi nessun obiettivo, nessun realistico dibattito con l’esterno, nessuna mobilitazione che produca un concreto sviluppo di risorse di crescita per i vostri percorsi formativi e di migliorie. Molti di voi hanno serie difficoltà nella comprensione di un testo scritto, molti di voi non leggono, molti di voi hanno difficoltà di accesso alla cultura, le occupazioni creano maggiori diseguaglianze e non penso sia questo lo spirito che vi anima. I proclami sulle nostre testate giornalistiche appariranno esclusivamente come dei red carpet per qualcuno di voi, ma in concreto quel diritto allo studio che tanto sbandierate di fatto lo calpestate con azioni poco democratiche e menomanti. La notizia è questa: oggi non fate scuola, oggi non siete in linea con la nostra costituzione e oggi non state crescendo. La scuola potrà anche promuovervi, ma la vita non sarà mai altrettanto benevola.