Nessuno sconto: 20 anni per Salvatore Maniscalco. Così ha deciso il giudice Sergio Ziino che ha condannato Maniscalco, imputato dell’omicidio della moglie Concetta Conigliaro, avvenuto a San Giuseppe Jato. I resti del cadavere della donna, la cui scomparsa venne denunciata nell’aprile del 2014 vennero ritrovati bruciati a giugno a San Giuseppe Jato dopo la confessione dell’uomo. La donna aveva 27 anni e venne uccisa con alcuni colpi di un arnese di campagna e poi venne bruciato il cadavere.
Il giudice ha accolto le richieste dei pm Gianluca De Leo e della collega Ilaria De Somma. Il processo si è svolto col rito abbreviato. Maniscalco è in carcere da giugno 2014, quando ha confessato l’omicidio. A difendere Salvatore Maniscalco era l’avvocato Salvatore Ferrante che aveva sostenuto l’ipotesi dell’omicidio preterintenzionale e poi la legittima difesa per i continui litigi tra la coppia.
Altre due condanne per la fine della donna. Vincenzo e Antonino Caltagirone, padre e figlio, rispettivamente zio e cugino di Maniscalco erano accusati di avere occultato il cadavere. Le pene decise dal giudice sono rispettivamente di 3 e 4 anni e 8 mesi. Vincenzo Caltagirone, difeso da Enrico Bennici, era già ai domiciliari. Antonino Caltagirone è difeso dall’avvocato Giuseppe Pinella, si trova già al cercere di Termini Imerese. A rappresentare la difesa del tutore delle due figlie di Concetta Conigliaro, di 10 e 8 anni, l’avvocato Roberta Pezzano.
Fonte Repubblica.it