I Fari di Sicilia sono oggi un argomento di grande attualità, sia per il rinnovato dibattito sulla salvaguardia ambientale delle coste, che per il rischio di perdere gran parte delle strutture oramai abbandonate, dopo che è venuta meno la figura del farista. La Soprintendenza del Mare e l’Associazione Socio-Culturale “Il Faro” hanno presentato presso l’Arsenale della Regia Marina il libro: “I Fari di Sicilia” di Gaetano Compagno con la collaborazione di Filippo Compagno. La manifestazione dedicata a Teodoro Di Miceli, già responsabile della Sezione archeologica della Soprintendenza del Mare, ha visto gli interventi di Sebastiano Tusa, Soprintendente del mare, di Francesca Oliveri, della Soprintendenza del Mare, Alessandra De Caro, della Soprintendenza del Mare, Loredana Greco, Presidente dell’Associazione socio-culturale “Il Faro”, Gaetano Turrisi, dell’Associazione “Il Faro” e di Melinda Zacco, giornalista e scrittrice. All’iniziativa erano presenti il fratello Daniele con la moglie. Al termine della presentazione del libro è stata inaugurata la mostra “I fari e il mare” costituita da una parte delle opere dell’artista Gaetano Compagno, che illustra, attraverso dipinti su tela, i fari che puntellano le coste dell’Isola. “Il volume focalizza, con la rappresentazione pittorica dei fari – dice Gaetano Compagno – la memoria paesaggistica del territorio costiero Siciliano, costituendo una sorta di raccolta di eredità di un antico patrimonio architettonico che ha determinato nei secoli il paesaggio e la vita sul mare. Il volume percorre un viaggio reale nel territorio, partendo dai fari che si ergono nelle principali città marinare siciliane, per poi rappresentare, in una sorta di circumnavigazione, tutti i fari presenti nelle isole degli arcipelaghi siciliani”. Attraverso una minuziosa ricerca Gaetano Compagno, in collaborazione con Filippo Compagno, partendo da un racconto storico e pittorico, con il suo ultimo libro “I Fari di Sicilia” giunge a una classificazione tipologica dei fari presenti sul territorio siciliano. “Questo lavoro non è una semplice catalogazione – dice Tusa – bensì un’importantissima risorsa utile ai fini della conservazione e tutela di questi manufatti architettonici, alcuni ormai purtroppo distrutti dall’incuria umana. In particolare in Sicilia, dove la natura ha saputo essere generosa creando luoghi straordinari, troviamo nei promontori più belli, a picco sul mare, le torri di luce che l’uomo ha costruito sapientemente per trasmettere segnalazioni alle imbarcazioni che solcano le acque nel buio della notte”. Fu Vittorio Emanuele II a istituire la “Reale Commissione dei Porti, Spiagge e Fari” il 12 maggio 1868. È questo il primo documento ufficiale riguardante la regolamentazione del segnalamento marittimo italiano e uno dei primi atti compiuti all’indomani dell’unità nazionale. Il volume è arricchito da illustrazioni dello stesso autore laboriosamente creati in acquerello per creare la magia di luoghi ricchi di storia. Il volume “I Fari di Sicilia” di Gaetano Compagno costituisce un prezioso atlante che percorre un viaggio alla scoperta di oltre 79 fari e fanali siciliani che segnano una storia che non dobbiamo disperdere. Oggi, si pensa che i fari non siano più necessari, poiché sofisticate attrezzature elettroniche e satellitari possono guidare le navi nel buio più oscuro. Eppure il faro continua ad essere una presenza importante, non solo uno strumento dotato di una segnalazione ottica luminosa situata in mezzo al mare per indicare un pericolo, ma un guardiano della notte, una sentinella del mare che con il suo fascio di luce dice alla nave che passa entro la sua portata “Stai attento”. I tempi sono cambiati, ora i fari stanno andando in rovina, le lanterne sono state tutte automatizzate. Ma chi va per mare si augura che queste strutture non debbano mai sparire: nulla c’è di meglio della vista di quella luce lontana e rassicurante, di quell’occhiolino benevolo che si accende quasi miracolosamente ogni sera e che dice cosa fare e dove andare.