PALERMO (ITALPRESS) – Ottantuno scatti raccolti, o come dice lei “rubati”, in ogni angolo del mondo a catturare uno sguardo, una riflessione o semplicemente un momento di vita quotidiana, con il silenzio come punto in comune. Arianna Di Romano presenta le sue fotografie, che da oggi al 19 giugno saranno esposte a Palazzo Branciforte. Il suo è un lungo viaggio che dalla natia Sardegna l’ha portata a Gangi, terra in cui è cresciuto il padre e nella quale si è stabilità cinque anni fa. Poi un lungo giro che dall’est Europa arriva nei luoghi montuosi del sud-est asiatico, alla scoperta di mondi sconosciuti e dei loro abitanti. Ora questi “Universi silenziosi”, come si intitola la mostra a cura di Gabriele Accornero, si stagliano sulle pareti del Monte dei Pegni: la maggior parte è in bianco e nero per scelta dell’artista, non particolarmente interessata alle riproduzioni a colori. I soggetti provengono in prevalenza dall’universo degli ultimi: clochard, rom, fragili, prigionieri.
Una scelta, spiega l’autrice, dettata “non dalla pietà per questi soggetti, ma dall’umanità che ho percepito in loro con un semplice incrocio di sguardi”. Sguardi non sempre ricambiati o graditi, ma comunque catturati dal teleobiettivo. Il percorso che ricorda con maggior fervore è proprio quello dei giri nei campi rom in Serbia e Bosnia e nelle periferie romene e polacche. “Mi hanno fatto sentire fin da subito parte della loro comunità. Anche se non mi conoscevano e non parlavamo la stessa lingua abbiamo subito trovato un’intesa silenziosa”. Sul piano tecnico, Accornero evidenzia come “si trovano nelle fotografie di Arianna molte influenze: Elliott Erwitt e Robert Doisneau per poesia e composizione, Sebastiano Salgado per il trattamento dell’immagine, Sergio Larrain per l’attenzione agli ultimi, Dorothea Lange per il personaggio”.
(ITALPRESS).
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