Palermo, molotov e pietre contro i poliziotti durante la manifestazione, arrestati 8 ex Pip

Redazione

Palermo

Palermo, molotov e pietre contro i poliziotti durante la manifestazione, arrestati 8 ex Pip
Con l'accusa di interruzione di Pubblico servizio e di violenza a pubblico ufficiale

18 Gennaio 2016 - 00:00

A seguito dell’operazione effettuata lo scorso 8 luglio che ha portato all’arresto di tre dipendenti della Gesip in esecuzione di provvedimenti cautelari per i reati di interruzione di Pubblico servizio aggravata e di violenza a pubblico ufficiale aggravata, prosegue l’attività della Digos volta a perseguire penalmente gli autori di episodi di violenza verificatisi durante alcune pubbliche manifestazioni di protesta nel corso delle quali sono stati commessi anche gravi delitti. Ieri mattina, al termine di una complessa indagine coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Palermo Calogero Ferrara e svolta da personale delle Sezioni Investigativa e Informativa della Digos, sono state effettuate nove perquisizioni domiciliari. Agli indagati sono state anche notificate informazioni di garanzia in relazione alla commissione del reato di resistenza a pubblico ufficiale pluriaggravata. In particolare, dopo complessi accertamenti, sono stati identificati otto soggetti appartenenti al gruppo di facinorosi che, nel corso di una manifestazione non autorizzata effettuata in data 24 maggio 2013 dai lavoratori facenti parte del bacino degli ex Pip, si erano reso responsabile di una serie di gravi atti di violenza nei confronti delle Forze dell’Ordine. I loro nomi sono: Francesco Scalia, di anni 44; Salvatore Vssallo di anni 59; Michele Saccomando di anni 35; Jonni La Mattina, di anni 38; Maurizio Tutone, di anni 39; Guglielmo Terranova, di anni 41; Giovanni Ciaramitaro, di anni 40 e Giovanni Rao, di anni 52.  Come si ricorderà, durante lo svolgimento della citata manifestazione di piazza, furono lanciate pietre, rami d’albero, segnaletica stradale verticale divelta, caschi da motociclista, all’indirizzo delle Forze dell’Ordine presenti per assicurare i servizi di Ordine Pubblico.   Grazie ad una capillare ed attenta analisi del materiale video fotografico acquisito, confrontato con centinaia di immagini riproducenti le sembianze di altrettante persone sospettate della commissione dei delitti testé indicati, è stato infatti possibile individuare otto soggetti che a seguito di segnalazione sono stati oggi formalmente indagati per i fatti di rilievo penale dai medesimi commessi.   Va pure evidenziato che durante le condotte di resistenza poste in essere nella circostanza, furono lanciate, ad opera di due manifestanti ancora ignoti, due bottiglie incendiarie tipo molotov contro le Forze dell’Ordine, che fortunatamente, non causavano danni a singole persone. Nella contestualità dei fatti, veniva individuato e tratto in arresto, in flagranza di reato, un soggetto identificato in  Francesco Scalia che, posizionatosi alla destra rispetto al fronte del Battaglione carabinieri schierato, aveva lanciato diverse pietre, alcuni paletti di legno della recinzione delle aiuole e due bottiglie di vetro di colore bianco, con l’intento di colpire i singoli militari schierati. Le perquisizioni effettuate hanno consentito di acquisire ulteriori elementi di riscontro al quadro accusatorio formulato dagli investigatori operanti, è il caso di alcuni capi d’abbigliamento che sono stati sequestrati ad uno degli indagati. È stato pure sequestrato ad altri correi altro materiale che sarà oggetto di specifica valutazione investigativa.  A conclusione di questa prima parziale operazione di Polizia Giudiziaria tendente a far luce su un’altra delle più violente manifestazioni di piazza  degli ultimi periodi, va evidenziato come la quasi totalità delle pubbliche manifestazioni si svolgano quotidianamente nel rispetto dei valori costituzionali in modo assolutamente pacifico. Conseguentemente solo le sparute minoranze irrispettose dei diritti altrui, soprattutto di quelli di chi manifesta legittimamente, sono state oggetto di indagine, al solo fine di assicurare alla giustizia gli autori dei reati commessi nel corso di quelle manifestazioni di piazza degenerate nella violenza.

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