Di certo sarà una sorpresa per il presidente di seggio. E non mancherà certo qualche minuto di panico per capire cosa fare. Perché A.G., una residente monrealese, ha scelto un modo “diverso”, ma pur sempre legale di protestare alle prossime amministrative. Non rimanendo a casa, come, da voci di corridoio, farà almeno la metà dei monrealesi, ma andando regolarmente al seggio e rifiutando, con tanto di verbalizzazione la scheda per votare. Ce lo ha raccontato in una lettera, nella quale ci chiede di mantenere il suo anonimato fino alle elezioni, per poi rivelarsi. In pratica A. arriverà al seggio, presenterà documento e tessera elettorale, si farà vidimare la scheda, ma poi senza toccarla assolutamente (se si tocca, infatti, viene contata come nulla e quindi rientra nel meccanismo del premio di maggioranza, ndr), rifiuterà la scheda. La frase, secondo la norma, è “Rifiuto la scheda per protesta e chiedo che sia verbalizzato”. Ora, immaginiamo il panico nella sezione. Il voto verbalizzato è una goccia d’acqua in un oceano. Pochissimi i casi registrati. La gente, spesso, sceglie di annullare la scheda od imbucarla in bianco. Ma A. preferisce fare le cose come si deve: “Votare è un mio diritto ed un mio dovere – dice -. Ho scelto di agire in questo modo perché nessuno dei sei candidati sindaco mi rappresenta. E quindi credo che tutte le persone che la pensino come me, debbano agire in questa maniera e non lasciargliela passare liscia”. Si profila un 25 maggio carico di tensioni…