Palermo, scoperta un'altra casa a "luci rosse" travestita da centro massaggi

Redazione

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Palermo, scoperta un'altra casa a "luci rosse" travestita da centro massaggi
In via Telesino, chiuso il centro "Sotto le stelle". Giro d'affari di migliaia di euro

18 Gennaio 2016 - 00:00

Personale di polizia della Sezione Investigativa del Commissariato Zisa – Borgo Nuovo ha eseguito quattro ordinanze applicative di misure cautelare, emesse dal Gip presso il Tribunale di Palermo dott. Jannelli, nell’ambito del procedimento penale instaurato dal Pm dott. Bonaccorso per reati inerenti lo sfruttamento ed il favoreggiamento della prostituzione. In particolare, sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere una donna, Sonia Castiglione, 34enne palermitana e Gioacchino Adimino, 52enne palermitano, quali gestori del centro massaggi  “Sotto le Stelle”, ubicato in via Telesino, il quale – di fatto – era una casa di prostituzione, diretta dai due. I due arrestati in carcere reclutavano le donne da avviare al meretricio, pubblicizzavano su internet la loro attività e trattenevano somme del denaro pagato dagli avventori per la prestazione sessuale, in un giro d’affari che in una sola giornata poteva fruttare da 700 a 1.000 euro. Per C.P., il Gip ha, invece, previsto la misura degli arresti domiciliari poiché percepiva mensilmente una somma di denaro – derivante dalla prostituzione delle ragazze – come corrispettivo della cessione del centro massaggi ed analoga misura è stata applicata a T.G., , per aver “reclutato” una ragazza da impiegare nella suddetta attività. L’indagine ha preso le mosse da una segnalazione anonima sviluppata dagli investigatori attraverso appostamenti e pedinamenti, che ha permesso di notare un sospetto afflusso di clienti durante tutto il giorno, a cui sono seguite attività tecniche di intercettazioni telefoniche ed ambientali mediante le quali è stata scoperta un’ attività “manageriale” di sfruttamento della prostituzione, in cui esisteva un vero e proprio “listino prezzi” delle prestazioni delle “massaggiatrici”, cui era possibile addirittura applicare degli “sconti”. Mediamente, il costo di ogni prestazione oscillava dai 50 ai 120 euro. Le indagini dei poliziotti hanno incontrato non poche difficoltà, legate anche al particolare “ricircolo” di donne dedite al meretricio e quindi all’alto numero di individui da monitorare. I gestori del centro, forse per “rallentare” eventuali indagini delle “Forze dell’Ordine”, o forse semplicemente  per aumentare gli introiti, riuscivano, infatti, a beneficiare di un ampio “turn over” delle ragazze “impiegate” nell’attività a pagamento. Tale particolare lascia intuire quindi una certa facilità di reclutamento delle donne. Tanti gli spaccati di vita sottesi alla vicenda e che hanno visto protagoniste donne non sempre spinte dalla crisi a prostituirsi, la cui unica copertura era garantita dall’utilizzo di nomi d’arte. Variegato anche il ceto di provenienza dei frequentatori del centro, dall’operaio al professionista. Il centro massaggi è stato, naturalmente, posto sotto sequestro.

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