Catania, blitz antidroga con 20 arresti. Bambini cassieri dei pusher

Redazione

Sicilia by Italpress

Catania, blitz antidroga con 20 arresti. Bambini cassieri dei pusher

20 Settembre 2021 - 08:19

CATANIA (ITALPRESS) – Anche i bambini coinvolti nell’attività di spaccio. E’ quanto emerge dall’operazione “Quadrilatero”, condotta a Catania dai carabinieri del Comando provinciale, supportati dai reparti specializzati dell’Arma. Sono 20 le misure di custodia cautelare emesse dal gip di Catania – su richiesta della Direzione distrettuale antimafia – nei confronti di altrettante persone indagate, a vario titolo, per tentata estorsione, estorsione in concorso e associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti. Reati tutti aggravati dal metodo mafioso.
L’indagine, denominata “Quadrilatero” – ovvero quello formato dalle vie Avola, San Damiano, Testai e la piazza Cosma e Damiano, coordinata dalla Dda e condotta dalla Compagnia carabinieri di Catania Fontanarossa dal dicembre 2018 al dicembre 2019 – ha consentito di disarticolare i gruppi criminali che gestivano 3 fiorenti “piazze di spaccio” di sostanze stupefacenti (cocaina, crack e marijuana) radicate nel popolare quartiere di San Cristoforo, zona San Cocimo, roccaforte degli affiliati all’omonimo gruppo capeggiato da Maurizio Zuccaro, organico alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano.
L’operazione ha inoltre permesso di accertare che l’attività di spaccio avveniva anche in presenza e addirittura con il coinvolgimento di bambini di circa dieci anni che in alcune occasioni “ritiravano il denaro indicando agli acquirenti il luogo dove poter ritirare lo stupefacente”.
Nel corso delle indagini, i militari hanno trovato e sequestrato un libro contabile (“carta delle piazze di spaccio”) dove venivano annotati i proventi dell’attività illecita e il quantitativo di stupefacente venduto quotidianamente.
Inoltre, sono stati riscontrati tre episodi di natura estorsiva: due tentati ai danni di una farmacia e di una concessionaria di auto, un altro invece realizzato con il cosiddetto “cavallo di ritorno”. Dietro compenso di denaro, infatti, uno degli arrestati aveva fatto da intermediario per consentire da parte dei ricettatori la restituzione alla legittima proprietaria dell’auto che le era stata rubata.
(ITALPRESS).

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