Se non è un viaggio nel tempo, poco ci manca. Ma quando, dopo aver salito una scala ripidissima si entra in una stanza minuscola circondata da librerie altissime, si viene investiti dal profumo del passato. Un misto di odore di chiuso, di umido, ma anche quel profumo inconfondibile che solo i libri sanno emanare. E così, alla Collegiata di Monreale, luogo caro ai monrealesi visto che custodisce il Santo Crocifisso, tre volontari, armati di pazienza e buona volontà, grazie all’ok del rettore del Santuario, don Giuseppe Salamone, hanno iniziato un certosino e delicato lavoro di riordino dell’archivio storico. Facendo delle scoperte incredibili. Libri e tomi che si credevano perduti od esistiti solo nelle leggende. Alcuni di questi, addirittura risalenti alla fine del 1400. Testi che contengono non solo la documentazione storica della Collegiata e della città di Monreale, ma anche le partiture musicali del rito della “Calata dei veli”, l’antico rito voluto da Monsignor Girolamo Venero nel 1620. Un rito che ogni anno, per celebrare la Risurrezione del Signore, attira migliaia di fedeli nella Collegiata che, assistono alla Calata di un velo dopo l’altro (sono sette, in origine erano sei), accompagnati dal suono dell’organo. Tra i libri dell’Archivio, la partitura originale, che si credeva perduta. Tra la polvere degli scaffali ci sono l’esperto archivista Stefano Intravaia, lo storico Salvatore Versaci e l’architetto Giuseppe Magnolia che hanno iniziato i lavori preliminari per avviare il riordino. L’archivio era stato risistemato ed ordinato dal compianto professor Giuseppe Schirò negli anni ’70, che aveva suddiviso la documentazione in cinque fondi archivistici: Fondo Collegiata, Fondo San Castrense, Fondo San Gaetano, Fondo Carmine e Fondo Benedettini. All’interno, tra i tomi antichi, ci sono le testimonianze della vita politica, religiosa ed amministrativa e sociale di Monreale dal XV secolo fino ai giorni nostri. “L’obiettivo è l’informatizzazione dell’archivio – dice Don Salamone -, ma saranno lavori lunghi e difficili. Passo dopo passo creeremo una sorta di museo dove man mano esporremo i libri ritrovati. Un modo per condividere con tutti questa eccezionale scoperta”. (LE FOTO SONO DI SIMONE MARCHESE)