Singapore ed Egitto sono le nazioni che hanno in assoluto più ritardi gravi, rispettivamente con il 43,2% e il 42,8%, mentre in Europa hanno fatto peggio dell’Italia la Grecia (38%), la Romania (24,8%), il Portogallo (20,3%), la Croazia (19,1%) e la Turchia (15,7%). Rispetto al 2019, i pagamenti oltre 30 giorni si sono impennati in termini percentuali soprattutto in Messico (+59,1%), Slovenia (+43,3%), Francia (+37,5%), Lussemburgo e Danimarca (+33,3% per entrambe) e a Taiwan (+31,6%). Nonostante il notevole incremento, tuttavia, la Danimarca si conferma anche nel 2020 fra i Paesi con meno ritardi gravi in assoluto (0,8%), insieme a Svezia (0,7%) e Finlandia (0,9%). I ritardi gravi sono aumentati nell’ordine del 20% anche per Serbia, Belgio, Irlanda e Spagna. E anche in Cina la percentuale delle imprese ritardatarie è passata dal 26,3% del 2019 al 30,1% del 2020.
La patria di Andersen è, fra i 35 Paesi del mondo monitorati dall’analisi di CRIBIS, anche quello con il maggior numero di imprese puntuali (88,6%), seguita da Polonia (76%), Paesi Bassi (75%), Russia (73,7%) e Taiwan (72,5%). Fanalino di coda è la Romania (13,1%), preceduta da Israele (16,2%), Portogallo (16,4%), Bulgaria (18,9%) e Grecia (23,3%).
Rispetto al 2019, Filippine (+29,3%), India (+28,5%), Croazia (+22,6%) e Finlandia (10,2%) fanno registrare l’incremento più elevato di pagamenti puntuali, che si attestano rispettivamente al 56%, al 53,7%, al 33,6% e al 53%. Le involuzioni più significative, invece, riguardano l’Irlanda (-38,5%), la Romania (-35,5%), Hong Kong (-17,2%) e Israele (-12,4%), dove le imprese che adempiono i propri obblighi di pagamento alla scadenza sono, nell’ordine, il 28,9%, il 13,1%, il 28% e il 16,2%.
A confronto con il 2019, l’Irlanda (28°) perde 11 posizioni in classifica, Lussemburgo (12°), Messico (17°) e Francia (22°) retrocedono di 3 posti, Taiwan (5°) e Spagna (18°) di 2, mentre l’India (14°) scala 8 posizioni e Turchia (8°) e Portogallo (33°) ne guadagnano 2. Stabili, rispettivamente all’11° e al 30° posto, Stati Uniti e Cina.
(ITALPRESS).