La società, spiega Mura, “ha concluso accordi preliminari con i propri creditori/fornitori (al 94%) per la ristrutturazione del debito. Al fine di completare l’operazione di salvataggio della società, manca l’accordo con i commissari di Tirrenia As, con il benestare determinante del MISE, ad oggi non ancora pervenuto.
La società ha offerto il pagamento di circa 80% di quanto dovuto (con garanzie reali sulle navi, prima mancanti), con i dovuti supporti di tipo normativo obbligatori per legge. Questa offerta è decisamente migliore rispetto alla prospettiva negativa derivante da un eventuale mancato accordo, che porterebbe a Tirrenia As un recupero di gran lunga minore, compreso in un range fra il 17% ed il 26%”.
L’ad sottolinea che “tutta l’operazione di ristrutturazione è supportata da primari investitori, che garantiscono uno scenario positivo e la garanzia di un progetto economico stabile e duraturo, che garantisce la stabilità del personale, in particolare di quello marittimo” e che i piani industriali presentati senza il rinnovo della convenzione “confermano il pieno impiego del personale dell’azienda per il proseguimento e l’esercizio delle linee programmate, anche in assenza della convenzione suddetta”.
“Il mancato accordo con il supporto del Mise potrebbe mettere a serio rischio l’operazione di salvataggio – scrive ancora Mura nella missiva -, con le disastrose conseguenze per i lavoratori della Cin e del Gruppo Onorato, soprattutto alla luce dei positivi risultati ottenuti in quest’ultimo anno particolarmente difficile per la pandemia e la crisi economica diffusa in tanti settori, che non ha prodotto effetti negativi sul personale marittimo. Ciò alla luce anche delle istanze presentate da Grimaldi per l’annullamento dei bandi di gara sulla continuità territoriale marittima sulla Sardegna, all’interno delle quali, tra l’altro, attacca la clausola di salvaguardia”.
“Se la società fosse impedita a portare avanti il percorso di risanamento economico, con l’aiuto della componente pubblica, tutto il personale della società e del gruppo avrebbe delle gravissime ripercussioni, con il fortissimo rischio della perdita del posto di lavoro”, prosegue Mura, che conclude: “E’ necessario evidenziare come gli annunci a mezzo stampa del nostro competitor non corrispondano con i fatti prodotti, mettendo in seria discussione l’unico mezzo di salvaguardia per il personale quale la clausola sociale. La soluzione al problema è ormai alla portata con la firma dell’accordo di ristrutturazione da parte dei Commissari di Tirrenia, con il supporto e benestare del Mise, entro lunedì 29 marzo, improrogabilmente”.
(ITALPRESS).