Nella mattinata odierna, la polizia, su delega della Procura della Repubblica di Palermo, ha eseguito un’ordinanza applicativa di misure coercitive e interdittive nei confronti di cinque persone, tra cui due imprenditori del settore delle forniture sanitarie e tre professionisti operanti in strutture ospedaliere del capoluogo siciliano. I destinatari del provvedimento, emesso dal Giudice per le indagini preliminari (Gip) presso il tribunale di Palermo, sono S.G., 56 anni, e S.C., 52 anni, entrambi imprenditori, il funzionario amministrativo S.G., 61 anni, il chirurgo vascolare T.F., 70 anni, e il cardiologo M.G., 50 anni. Le accuse mosse nei loro confronti riguardano, a vario titolo, reati di corruzione e turbata libertà degli incanti.
Le misure cautelari
Il provvedimento prevede per gli indagati l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Inoltre, per S.G. e S.C. è stata disposta la sospensione dall’esercizio dell’impresa e dagli uffici direttivi di persone giuridiche per un anno. Analoga sospensione, sempre della durata di dodici mesi, è stata applicata anche ai tre professionisti sanitari, con l’interdizione dal pubblico ufficio ricoperto. Infine, è stata applicata una misura interdittiva che vieta alla ditta di S.G. di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno.
L’indagine e il sistema corruttivo
Le indagini, condotte dalla Sezione Anticorruzione della Squadra Mobile di Palermo e coordinate dalla Procura della Repubblica, si sono basate su intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche. Le operazioni hanno permesso di ricostruire un sistema di corruzione che vedeva gli imprenditori coinvolti in accordi illeciti con i medici, al fine di influenzare la scelta dei prodotti sanitari utilizzati all’interno delle strutture ospedaliere in cambio di somme di denaro.
Il funzionario amministrativo S.G., in particolare, avrebbe favorito l’assegnazione di due gare pubbliche per la fornitura di materiale sanitario alla ditta degli imprenditori, alterando le procedure concorsuali e garantendo un vantaggio competitivo alla società. Gli investigatori hanno documentato versamenti di denaro in cambio della manipolazione delle offerte e della trasmissione di informazioni privilegiate.
L’inchiesta ha rivelato anche manovre per evitare l’attivazione di rimedi contrattuali contro la ditta, nonostante significativi inadempimenti, garantendole così un rapporto privilegiato con l’azienda sanitaria appaltante. “L’indagine – dicono dalla Questura – si inserisce in un più ampio contesto di contrasto alla corruzione nel settore sanitario, con l’obiettivo di tutelare la trasparenza nelle procedure di assegnazione degli appalti pubblici e garantire il corretto utilizzo delle risorse destinate alla salute pubblica”.