I finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’operazione contro una vasta frode legata ai bonus edilizi, portando al sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 19 milioni di euro. Il provvedimento, emesso dal gip presso il tribunale di Palermo su richiesta della Procura della Repubblica, coinvolge 107 soggetti tra imprese e persone fisiche. Le indagini hanno smascherato un sodalizio criminale, composto da imprenditori e professionisti, che attraverso 19 imprese edili con sede a Palermo ha simulato lavori di ristrutturazione inesistenti per oltre 26 milioni di euro, generando crediti d’imposta fittizi.
Il meccanismo della frode
L’operazione illecita avveniva attraverso un preciso schema fraudolento: le società coinvolte applicavano lo sconto in fattura emettendo fatture per operazioni inesistenti su lavori mai eseguiti; i crediti d’imposta così generati venivano ceduti a intermediari finanziari per una rapida monetizzazione; i titolari delle imprese prelevavano i fondi attraverso bonifici su conti personali, acquisti di oro, criptovalute, beni mobili e immobili, oltre a prelevamenti in contanti e investimenti in buoni fruttiferi postali.
Gli indagati e le accuse
Sette membri dell’associazione criminale sono stati individuati come principali responsabili, mentre altri 83 soggetti, tra amministratori e committenti compiacenti, risultano coinvolti per reati di emissione di fatture false e truffa aggravata. Alcuni titolari d’impresa sono stati inoltre segnalati per dichiarazione fraudolenta, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, autoriciclaggio, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Quest’ultima accusa riguarda la compravendita di 16 immobili fittiziamente intestati a terzi e in parte acquistati con i proventi della frode. Parallelamente, risultano indagate 10 società di capitali per illeciti legati alla responsabilità amministrativa dell’ente.
Il sequestro
L’operazione ha portato al sequestro di crediti d’imposta ancora detenuti nei cassetti fiscali, per impedirne la circolazione e la commissione di ulteriori reati a danno dell’Erario. Sono stati inoltre sottoposti a sequestro decine di rapporti finanziari, oltre 50 immobili, autoveicoli, imbarcazioni e numerose quote societarie. L’azione si aggiunge a un precedente sequestro da 8 milioni di euro effettuato nel corso delle indagini. L’inchiesta, condotta in collaborazione con la Procura della Repubblica di Palermo, si inserisce nella strategia della Guardia di Finanza per contrastare le frodi fiscali e garantire la tutela della legalità economico-finanziaria del Paese.