Monreale, l’inchiesta sulle sepolture illegali si chiude con una serie di assoluzioni e prescrizioni

Redazione

Cronaca - La sentenza in primo grado

Monreale, l’inchiesta sulle sepolture illegali si chiude con una serie di assoluzioni e prescrizioni
Per la Procura, per ovviare alla carenza di loculi sarebbero state realizzate e vendute sepolture senza autorizzazione

21 Marzo 2025 - 11:06

La vicenda che ha coinvolto il cimitero di Monreale, segnata da anni di indagini e polemiche, si chiude con una serie di assoluzioni e prescrizioni in primo grado. Il processo, che si è concluso da poco, ha visto tra gli imputati medici dell’Asp, custodi del cimitero, funzionari comunali e titolari di agenzie funebri, accusati di reati gravi come truffa aggravata, abuso d’ufficio, corruzione e soppressione di atti. La Procura aveva ricostruito una trama in cui la gestione delle sepolture sarebbe diventata un vero e proprio business, con tombe realizzate e vendute senza alcuna autorizzazione.

L’inchiesta era nata nel 2016, quando numerosi esposti da parte di cittadini avevano sollevato dubbi sulle irregolarità nel cimitero di Monreale. Secondo le ricostruzioni dell’accusa, il numero di sepolture reali nel cimitero non corrispondeva a quello ufficiale, suggerendo che nuove tombe fossero state create e vendute senza il necessario permesso. Il tutto, secondo l’accusa, sarebbe stato facilitato dalla falsificazione di verbali di estumulazione, che avrebbero consentito il trasferimento delle salme in aree comuni, lasciando spazio a nuove sepolture. In alcuni casi, addirittura, i custodi del cimitero avrebbero chiesto somme di denaro per “prenotare” un posto in una cappella gentilizia, con uno dei custodi accusato di aver accettato 5 mila euro per un simile favore.

Dopo una lunga fase investigativa, che ha visto il sequestro di documenti e la revoca di alcune concessioni da parte del Comune, il processo ha visto la condanna di pochi e la prescrizione di molte delle accuse. In particolare, i giudici hanno assolto due medici dell’Asp, Ernesto D’Agostino e Giovanni Ruggeri, i necrofori Luigi Teodosio e Pietro Basile, l’addetto ai servizi cimiteriali Salvatore Ganci e il custode Giuseppe Venturella, quest’ultimo assolto con la prescrizione per alcune delle accuse mosse nei suoi confronti. Sono stati altresì assolti Giuseppe Aldo Rizzo, Maria Pia Cappello e Salvatore Palazzo.

In altre situazioni, è scattata la prescrizione per figure come Rosalia La Parola, Giorgio Rincione, Francesco Sciortino, Antonio Prestidonato e Salvatore Marchese, titolare di un’agenzia di pompe funebri, insieme a vari altri imputati. La prescrizione ha impedito che venisse emessa una sentenza di merito per questi ultimi, archiviando le accuse contro di loro. Il caso aveva messo in evidenza una serie di anomalie e distorsioni nel sistema di gestione delle sepolture a Monreale, con agenzie funebri che, pur non avendo le necessarie autorizzazioni, sarebbero riuscite a far seppellire i defunti e a intascare i relativi compensi. L’inchiesta ha sollevato un dibattito sulle problematiche legate alla gestione cimiteriale e sulle possibili implicazioni di corruzione e illegalità che, secondo le accuse, avevano preso piede in un settore particolarmente delicato come quello della sepoltura dei defunti. FONTE PALERMO TODAY

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