Blitz contro la mafia di Agrigento con 51 arresti

Redazione

Sicilia by Italpress

Blitz contro la mafia di Agrigento con 51 arresti

14 Gennaio 2025 - 12:30

AGRIGENTO (ITALPRESS) – I Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento e di Caltanissetta, hanno eseguito a un Ordinanza di Misure Cautelari Personali emessa dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di 51 indagati (in parte già ristretti in carcere), tutti cittadini italiani. Sono accusati di appartenere all’organizzazione mafiosa denominata “cosa nostra”, di far parte di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e altro.
Nei confronti dei 51 indagati, dei quali fanno parte anche tutti i 24 soggetti colpiti lo scorso mese di dicembre dal provvedimento di fermo di indiziati di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, per 36 di loro è stata disposta la misura cautelare in carcere, mentre per i restanti 15 la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Il provvedimento trae origine dalle attività d’indagini svolte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Carabinieri di Agrigento e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, dal mese di dicembre 2021 a tutt’oggi, aventi ad oggetto la ricostruzione dell’organigramma e delle attività criminali delle famiglie mafiose di Porto Empedocle e di Agrigento/Villaseta. E’ stato riscontrato, infatti, un sistematico utilizzo di apparecchi telefonici da parte degli uomini d’onore, o di soggetti contigui al sodalizio, durante i rispettivi periodi di detenzione, lasciandone in tal modo inalterate le capacità di comando e consentendo loro di mantenere i contatti con i correi in libertà e di impartire ordini e direttive.
La capacità dell’associazione mafiosa di controllare le dinamiche criminali del territorio è emersa in modo evidente, essendosi raccolti chiari elementi dimostrativi della commissione di numerosi reati (estorsioni, detenzioni di armi, incendi e danneggiamenti) tutti realizzati avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p.
Nel corso dell’attività investigativa, si ritiene dunque che i sodali, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dall’appartenere all’organizzazione mafiosa denominata “cosa nostra”: costringevano l’amministratore di una società aggiudicataria dei lavori di raccolta e di trasporto di rifiuti nel Comune di Agrigento, ad assumere quali operai almeno cinque persone a loro legate per vincoli familiari o comunque di loro fiducia; costringevano il legale rappresentante di una società di carburanti ad interrompere il rapporto lavorativo con un dipendente per sostituirlo con un’altra persona a loro gradita;
davano fuoco, al fine di danneggiarli, a due autocarri intestati a una ditta di costruzioni; costringevano l’amministratore della società aggiudicataria dei lavori di riqualificazione della Piazza della Concordia del quartiere di Villaseta, ad assumere quale operaio una persona a loro gradita; inoltre costringevano anche la ditta aggiudicataria in subappalto degli stessi lavori ad assumere operai a loro graditi; consumavano una rapina presso il distributore DB di Villaseta, durante la quale s’impossessavano della somma di 400 euro che sottraevano al dipendente utilizzando violenza e minaccia; costringevano il titolare di un bar di Agrigento ed i suoi dipendenti, ad erogare loro cibi e bevande senza pagarne il corrispettivo, così procurando a sè l’ingiusto profitto conseguente alla consumazione gratuita di generi alimentari; costringevano, mediante ripetuti atti di violenza e minacce esplicite, il titolare di un esercizio commerciale di Agrigento a corrispondere loro mensilmente la somma di 1.000 euro, così procurando a sè e ad altri l’ingiusto profitto conseguente all’indebita acquisizione della somma di denaro; Davano fuoco, al fine di danneggiarlo, a un furgone intestato ad una rivendita di bevande di Porto Empedocle; in altra circostanza esplodevano diversi colpi d’arma da fuoco nei confronti della saracinesca della suddetta rivendita; esplodevano, quale azione dimostrativa a scopo d’intimidazione, diversi colpi di arma da fuoco in direzione della porta d’ingresso dell’abitazione di un uomo di Agrigento, resosi colpevole di aver avuto un litigio con il figlio di uno dei sodali.
Gli esponenti di vertice delle famiglie mafiose di Porto Empedocle e Agrigento-Villaseta risultano, inoltre, avere diretto e promosso due ulteriori distinte associazioni dedite al traffico di sostanza stupefacente che hanno acquisito in piena sinergia tra loro, il monopolio di siffatto redditizio settore criminale nella provincia di Agrigento.
Entrambi i sodalizi criminali hanno, peraltro, dimostrato di possedere una non comune capacità di approvvigionamento mediante l’attivazione di contatti e rapporti commerciali non solo con i gruppi criminali delle altre province siciliane ma anche con altri gruppi sia nazionali che esteri (Belgio, Germania e Stati Uniti).
Numerosissimi sono stati i trasporti di ingente sostanza stupefacente e la sua relativa cessione a terzi al fine di essere ulteriormente rivenduta al dettaglio. Nel corso dell’indagine, infatti, sono stati sequestrati oltre 100 kg di hashish, oltre 6 kg di cocaina e, lo scorso mese di novembre, anche la somma in contanti di 120.000,00 euro contenuta in cinque pacchi sottovuoto occultati all’interno di un’autovettura.

– Foto: da video Carabinieri –

(ITALPRESS).

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