Cronaca

Monreale ricorda il carabiniere Pietro Giaccone, ucciso per vendetta dalla mafia

È stato ricordato questa mattina con una cerimonia presso il cimitero monumentale di Monreale, Pietro Giaccone, ucciso per vendetta dalla mafia il 17 novembre 1980. Alla cerimonia hanno preso parte il comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, Generale di Brigata Luciano Magrini, il tenente colonnello Giulio Modesti, comandante del Gruppo di Monreale, il vice sindaco Riccardo Oddo, il deputato regionale di Fratelli d’Italia Marco Intravaia, componente della Commissione regionale Antimafia e presidente del Consiglio comunale di Monreale, autorità civili, religiose e militari, i familiari del caduto ed una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Monreale.

Il 17 giugno 1980 il militare, si era trovato in un conflitto a fuoco con una banda che aveva assaltato la cassa del mercato ortofrutticolo mente svolgeva servizio come carabiniere ausiliario presso la Stazione di Palermo Falde, durante il quale morì Aurelio Bonanno, nipote di Armando Bonanno. Sei anni dopo, il 17 novembre 1986, mentre era alla guida dell’auto in via Giuseppe Verga, nel quartiere Albergheria, venne avvicinato da tre killer che lo uccisero con oltre 15 colpi di pistola. Solo nel 1993 la Corte di Assise di Palermo ha confermato che l’omicidio è stato commesso per vendicare la morte del giovane Bonanno.

“Ricorre oggi il 38esimo anniversario della morte del carabiniere monrealese Pietro Giaccone, vittima di una vile ritorsione mafiosa, anni dopo essere intervenuto a sventare una rapina e uccidere uno dei ladri. – le parole di Marco Intravaia – Un grande esempio di coraggio e dedizione al dovere che ha pagato con la vita. Monreale non l’ha dimenticato e stamattina insieme al vicesindaco Riccardo Oddo, al comandante provinciale dei carabinieri Luciano Magrini e alla famiglia abbiamo deposto un mazzo di fiori sulla tomba in cui riposa nel cimitero cittadino”.

Il 13 aprile del 2006 Rosario Giaccone è stato insignito della medaglia d’Oro al Merito Civile con la seguente motivazione: “Giovane Carabiniere in congedo, veniva barbaramente crivellato da colpi di arma da fuoco in un vile agguato, riconducibile ad una vendetta perpetrata nei suoi confronti da una famiglia mafiosa. Fulgido esempio di elette virtù civiche ed elevato spirito di servizio”.

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