L’inceramicata di Monreale termina con una importante novità nel campo delle ceramiche artistiche monrealesi. I ceramisti presenti all’evento, infatti, hanno comunicato di voler mettere a disposizione non solo i loro laboratori, ma anche le materie prime per permettere agli studenti di avvicinarsi al mondo dell’arte della ceramica e imparare questa tradizione che si perde nella notte dei tempi. Un coro all’unisono, dunque, dai maestri ceramisti monrealesi, con Nicolò Giuliano in testa che ha lanciato l’idea durante il convegno inaugurale della due giorni che si è tenuta presso l’antivilla comunale.
“I ragazzi possono e devono portare avanti questa tradizione che è sull’orlo del precipizio – dice Giuliano – Sono sempre meno i giovani che mostrano interesse verso quest’arte. Io ho cominciato prestissimo e mi sono innamorato della ceramica immediatamente. Per questo sono disposto a mettere a disposizione, non solo i miei laboratori e i miei forni, ma anche tutte le materie prime necessarie per permettere ai ragazzi di costruire i loro pezzi di ceramica partendo dall’argilla e poi di decorarli. Sotto la mia supervisione. Può essere una grande opportunità di lavoro”. Gli fa eco Gaetano Ferraro, delle Ceramiche di Bisanzio: “I nostri laboratori sono sempre aperti per i ragazzi – dice – A loro chiedo di mostrare interesse verso questa che è una vera e propria arte. Il nostro compito è quello di non far morire questa tradizione, ma di portarla nel futuro. Continuando così, tra cinque, massimo dieci anni, saremo davvero in grosse difficoltà”.
A Monreale, dunque, si affronta il delicato tema del futuro della ceramica. “Una tradizione millenaria, certo – prosegue Giuliano – ma siamo cambiati anche noi ceramisti adattandoci a quello che chiede il mercato. La ceramica, oggi, è design. Non siamo più solo quelli delle mattonelle di ceramica o delle teste di moro”. “Bisogna creare pezzi unici – dice Ferraro – Fare qualità e non numeri. Proprio chi ha pensato solo al business ha contribuito a mettere in crisi il nostro settore”.
Nel corso del convegno è stata ribadita l’importanza del passaporto della ceramica, presentato per la prima volta a Roma e alla Bit di Milano. Si tratta di uno strumento che ha messo insieme sei comuni siciliani in cui si produce la ceramica (Monreale, Collesano, Sciacca, Burgio, Caltagirone e Santo Stefano di Camastra) e che ha idealmente costruito una strada per permettere ai turisti di visitare le bellezze di questi comuni in una sorta di percorso unico. Il turista può timbrare il proprio passaporto in ogni comune che aderisce alla Strada. Se completato, avrà diritto a un premio: “L’obiettivo è quello di lavorare in sinergia tra i sei comuni che appartengono alle Strade della Ceramica – dice il sindaco di Burgio Enzo Galifi – e insieme valorizzare non solo le ceramiche, ma tutte le peculiarità di questi territori”. “Abbiamo fatto rete e sistema – dice il sindaco di Monreale Alberto Arcidiacono – per comunicare quanto la Sicilia sia bella sotto tutti gli aspetti e magari in quei territori un po’ fuori dalle solite rotte del turismo. La creazione di un circuito, come quello realizzato tra noi sei comuni, ci permette di aggredire proprio quel turismo che non conosce a fondo tutte le zone della nostra Isola e siamo in grado così, di estendere queste rotte, ampliarle e magari destagionalizzare gli arrivi per far vivere questi territori tutto l’anno”.
Nel corso della due giorni, tantissime le persone che hanno voluto cimentarsi al tornio, seguiti da un maestro ceramista, per tentare di dare forma all’argilla. Ma è stato anche possibile provare a decorare alcuni oggetti già cotti. In esposizione, le opere di Nicolò Giuliano, Le ceramiche di Bisanzio, Talìa di Claudia Di Mitri e di Mariagrazia Bonsignore. Sold out i due spettacoli del mago Plip e del teatro dei Pupi. “Siamo soddisfatti di questa prima edizione dell’Inceramicata – dice l’assessore comunale di Monreale Antonella Romano – Eventi come questi contribuiscono a puntare i fari sulle nostre opere d’arte. Sono davvero contenta che gli artisti abbiamo messo a disposizione i loro laboratori per i giovani. D’altronde sono loro che devono portare avanti quest’arte che rischia di sparire”. Il maestro panificatore Gianmichele Messina, sempre agli studenti, ha svelato tutti i segreti del pane di Monreale, un prodotto della tradizione siciliana e i celebri biscotti a forma di “s” rovesciata. “Mi è piaciuto unire le due arti – dice Messina – quella della ceramica con quella del fare il pane. In fondo hanno molti punti in comune: si impasta, si inforna e si decora”. La direzione artistica è stata curata da Mario Micalizzi.