Palermo

I soldi del mandamento di Pagliarelli investivi in Brasile: 4 arresti e sequestri per 50 milioni

L’impero da 500 milioni di euro, trasferiti dall’Italia, messo in piedi in Brasile dal boss mafioso Giuseppe Calvaruso è di nuovo nel mirino della Guardia di Finanza di Palermo, che ha sequestrato 9 società. Le fiamme gialle del comando provinciale Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal gip su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di quattro soggetti, di cui tre destinatari di custodia cautelare in carcere e uno degli arresti domiciliari. Disposto il sequestro preventivo di nove società operanti nei settori immobiliare e ristorativo, situate in Italia, Svizzera, Hong Kong e – per la maggior parte – in Brasile, nonchè di somme di denaro per oltre 350.000 euro. Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dalla finalità di aver agevolato importanti famiglie mafiose.

L’operazione si inserisce nell’ambito dell’indagine che lo scorso 13 agosto ha portato all’arresto, in Brasile, di un imprenditore e al sequestro, sempre in Brasile, di disponibilità finanziarie e beni per un valore fino a 50 milioni di euro. Entrambe le misure erano state disposte dal 2° Tribunale Federale del Rio Grande Do Norte (Brasile) all’esito di un’inchiesta sviluppata a partire da riscontri investigativi acquisiti dalla citata Dda di Palermo e condivisi con le Autorità Brasiliane nel quadro di una squadra investigativa comune istituita con il coinvolgimento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e di Eurojust. Con le attività di stamane, anche sul versante nazionale, le indagini giungono a un punto cruciale.

“Ciò che emerge – spiegano gli investigatori – sulla base delle evidenze sin qui raccolte è che un uomo d’onore, già reggente del mandamento di Pagliarelli, con la complicità dell’imprenditore e servendosi delle prestazioni di esperti professionisti del nord Italia, avrebbe avviato in Brasile lucrose iniziative imprenditoriali, investendo ingenti capitali frutto delle attività illegali di Cosa Nostra e, in particolare, del mandamento di appartenenza. Tra questi anche i proventi derivanti da plurimi atti estorsivi compiuti ai danni di imprenditori palermitani”. Il denaro, stando a quanto emerso dalle indagini, dall’Italia sarebbe stato trasferito in Brasile attraverso articolati meccanismi di riciclaggio, transitando in molti casi su conti correnti situati all’estero. Oltre 500 milioni di euro: questo il valore, secondo una prima stima, delle società nel tempo gestite dagli indagati anche con l’ausilio di prestanome. Muovendo da queste premesse, il gip ha ravvisato la sussistenza di esigenze cautelari per 4 soggetti coinvolti nelle condotte illecite.

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