Quando si parla di poker spesso ci si riferisce a un unico gioco di carte. In realtà, si tratta di una vera e propria famiglia di giochi che condividono delle regole comuni, ma che possono differire anche e non di poco. I vari giochi di poker prendono il nome di specialità e attualmente le due più famose e giocate online sono il Texas Hold’em e l’Omaha. In questo articolo approfondiremo le similitudini e le differenze tra questi due modi di vivere il poker.
Cos’è una specialità
Prima di partire, definiamo meglio cosa si intende per specialità di poker. Con questo termine nel mondo del poker si intende un gioco con le regole proprie e la sua meccanica. Le specialità, sia nel gioco dal vivo sia nel poker online, possono in teoria essere praticamente infinite, basta che abbiano un sistema di gioco coerente, ma vengono comunque raggruppate in tre categorie in base alle caratteristiche principali:
- poker a carte comunitarie o community card poker: specialità nelle quali sono presenti in numero variabile delle carte scoperte che possono essere utilizzate da tutti i giocatori per comporre il punto;
- draw poker: specialità in cui il giocatore riceve alla prima distribuzione cinque carte coperte con cui può comporre il punto;
- stud poker: specialità in cui il giocatore riceve delle carte sia coperte che scoperte.
È da segnalare che ogni specialità può essere giocata anche con diverse varianti, cioè con delle variazioni che di solito riguardano il sistema di puntata. Nel caso del Texas Hold’em e dell’Omaha, si tratta per entrambi i casi di specialità a carte comunitarie: quindi da questo punto di vista emerge già una importante affinità.
Un po’ di storia
La nascita del Texas Hold’em può essere fatta risalire intorno ai primi anni del ‘900 nella città di Robstown, ovviamente in Texas. Seguì un periodo di grande diffusione per tutta la prima metà del secolo, ma è a partire dagli anni ’60 che si ha il vero salto di qualità con l’arrivo del Texas Hold’em a Las Vegas e con la nascita delle World Series of Poker, nelle quali iniziò ad essere utilizzato. Oggi il Texas Hold’em è la specialità di poker più giocata e conosciuta al mondo, grazie anche al fatto che le sue regole ben si prestano a vere gare competitive e show televisivi.
L’Omaha ha, invece, una storia più recente. Pare che sia nato negli anni ’70 nei dintorni di Detroit e che inizialmente si chiamasse “two by three”. Ogni giocatore aveva a disposizione cinque carte coperte e il numero massimo di giocatori per tavolo era limitato a otto. Negli anni successivi, comunque, il numero di carte private venne ridotto a quattro, caratteristica che decretò il successo planetario dell’Omaha a partire dagli anni ’80, quando venne introdotto a Las Vegas.
Una curiosità: se il Texas Hold’em prende il nome dallo stato in cui è nato, l’Omaha in origine veniva chiamato in modo diverso in base alle città in cui si diffondeva. Dopo essere arrivato a Las Vegas, questo gioco prese il nome dalla città principale del Nebraska.
Le differenze
La prima differenza tra il Texas Hold’em e l’Omaha poker è il numero di carte distribuite al giocatore prima del flop. Nel Texas Hold’em Poker, il giocatore riceve due carte, mentre nell’Omaha ne riceve quattro. Da questo deriva una maggiore possibilità di ottenere combinazioni di carte rilevanti nell’Omaha.
In entrambe le specialità bisogna ottenere la migliore combinazione di cinque carte che vengono composte dalle carte personali distribuite a ogni giocatore all’inizio della partita e da quelle scoperte presenti sul tavolo, un’altra differenza riguarda la composizione del punto. Nel Texas Hold’em il giocatore può utilizzare entrambe o nessuna delle due carte personali per andare a comporre il punto, mentre nell’Omaha deve sempre utilizzare due delle carte ricevute.
Entrambi i giochi possono essere giocati con diversi sistemi di puntata, come no-limit, pot-limit e fixed-limit. Nella pratica, comunque, la struttura di puntata maggiormente utilizzata per il Texas Hold’em è il no-limit, mentre per l’Omaha è il pot-limit.
Specialità a confronto
Una caratteristica molto apprezzata dell’Omaha è il fatto che è statisticamente più facile ottenere mani rilevanti, perché si hanno a disposizione quattro carte in mano invece che due. Questo si traduce in una maggiore tendenza a rimanere in gioco e a proseguire la partita nell’Omaha rispetto al Texas Hold’em. In realtà a livello di probabilità l’Omaha non è un gioco in cui è più facile vincere, perché c’è da tenere presente che anche gli avversari otterranno combinazioni rilevanti.
Quale sia la specialità più complessa non è facile da stabilire. Di sicuro, a parità di puntata, il no-limit Omaha è più complicato rispetto al no-limit Texas Hold’em, mentre il discorso è più difficile nelle varianti classiche, cioè pot-limit Omaha e no-limit Hold’em.
Conclusioni
Le varianti del poker possono essere tante ma le più conosciute rimangono ancora oggi, nel nostro mondo digitalizzato, il Texas Hold’em e l’Omaha. Il Texas Hold’em non è semplicemente il più noto perché è presente in tanti aspetti della nostra cultura pop, ma è sicuramente il più semplice da imparare. È forse proprio grazie alla facilità con cui ci si può familiarizzare con questa varietà che il Texas Hold’em è la specialità più diffusa al mondo e la scelta di preferenza di tanti giocatori.