Monreale, lo scempio di via Veneziano: rifiuti anche davanti alla targa dedicata a Falcone e Borsellino

Redazione

Cronaca - La nota

Monreale, lo scempio di via Veneziano: rifiuti anche davanti alla targa dedicata a Falcone e Borsellino
E la ricollocazione in un luogo più "più decoroso e visibile"

27 Agosto 2024 - 09:51

Rabbia e indignazione: sono i sentimenti che tanti cittadini provano guardando le foto che ritraggono la targa installata in via Veneziano dedicata ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, circondata da sacchi della spazzatura. E tramite una lettera aperta alle Istituzioni, il Movimento civico Occupiamoci di Monreale, ha chiesto la rimozione del ceppo commemorativo in onore e ricordo dei due magistrati e la ricollocazione in un luogo più “più decoroso e visibile”, con la possibilità di sostituire la targa con una più grande o con un murale.

“Si vuole ricordare che un luogo della memoria, un ‘angolo della memoria’ – scrive l’ingegnere Benedetto Madonia, portavoce del Movimento civico Occupiamoci di Monreale – è uno spazio pubblico da tenere pulito e decoroso. Ogni azione deve essere posta in essere affinché le targhe, le vie, gli angoli ‘della memoria’ non vengano deturpati, non vengano contaminati e vi siano assicurati il degno rispetto, la pace e la sacralità che meritano. Un ‘angolo della memoria’, non può essere sporco e poco visibile, oggi (e ancora prima) – sottolinea Madonia – riempito dai tanti rifiuti che, con cadenza sistematica, vengono abbandonati con scarso senso civico. Lo scarso senso civico degli incivili, però, lo si conosce e combatte; ciò che lascia rabbia e indignazione è l’avere acconsentito a tale aberrante e raccapricciante crudeltà, probabilmente non ragionata, nel collocare un pannello in tale luogo e siffatte condizioni, a dir poco deplorevoli. Uno spazio della memoria – afferma Madonia – diviene simbolo dell’identità cittadina e dell’identità amministrativa, che deve essere uno spazio pubblico bello e accogliente, magari illuminato a sera da qualche lampione e con un minimo di arredo urbano, e non di certo con la presenza di sacchi della spazzatura. L’auspicio che non si voglia rinunciare a tale identità”.

“Dobbiamo ricordare – continua Madonia – di una pagina della nostra storia, fatta di persone semplici, magistrati il cui sacrificio, ancora raccontato nelle famiglie ferite, non può essere dimenticato in modo spregiudicato dai cittadini e dalle istituzioni tutte, per l’enorme valore civile e morale, di legalità, di elevato rispetto della memoria, che unisce, (dovrebbe unire) nella solidarietà, una Comunità! La memoria si ricorda, ancora, è anche impegnarsi affinché certe situazioni non accadano più. Memoria e impegno sono nemici per la mafia. L’impegno che alla memoria dà un senso concreto”.

“Ebbene, comunque, fare sempre qualche passo indietro e rievocare la memoria storica – continua Madonia – quando qualche tempo fa si apprende dai quotidiani locali dell’iniziativa promossa da un’associazione, che in prevalenza si occupa di randagismo, supportata dall’Amministrazione comunale e dal comandante di polizia municipale. La notizia: “A Monreale sorge l’angolo della legalità, un pannello in onore di Falcone e Borsellino. Verrà inaugurato il 9 aprile 2024 alle ore 10 in via Antonio Veneziano, precisamente nella zona nota come ‘O ferru’, un pannello commemorativo in memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi dalla mafia negli attentati del ’92… Questo luogo spiegano dall’associazione per ricordare due grandi uomini che hanno perso la vita per garantirci sicurezza e rispetto della legalità. Vogliamo che sia un monito per le nuove generazioni, un esempio di rettitudine civile da seguire…”.

“Quindi – prosegue Madonie – un commemorativo in ricordo dei magistrati Falcone e Borsellino, a dire di un referente dell’associazione, e ‘battezzando’ lo spazio di suolo pubblico (n.b.: adibito da anni a punto di raccolta e ritiro dei sacchetti della spazzatura) quale ‘Angolo della memoria’. Sarebbe stato il caso di chiedersi, opportunamente, chi di dovere, prima di qualsiasi installazione, se battezzare lo spazio quale ‘angolo della memoria’ o, forse più propriamente, ‘angolo dei rifiuti e/o degli incivili’. Non si ritiene – spiega Madonia – essere tale il modo per ricordare due grandi uomini; né possa essere un monito per le nuove generazioni! Parteciperanno autorità cittadine, rappresentanti della locale stazione dei carabinieri, rappresentante dell’Osservatorio sulla legalità ‘Giuseppe La Franca’, etc. ma l’inaugurazione slitterà per motivi burocratici, non meglio specificati. Poco tempo dopo, il 23 maggio su questo quotidiano si dava notizia dell’inaugurazione del in memoria dei giudici. Alla cerimonia parteciperanno soltanto alcune associazioni locali e un’associazione teatrale, con la presenza dell’onorevole Marco Intravaia” (CLICCA QUI). Cosa alquanto singolare, nessuna autorità cittadina e/o forza di polizia coinvolta, né associazioni di polizia né parenti delle vittime di mafia oggetto della commemorazione. Sembrerebbe, ancora, non essere stati presenti né sindaco, né assessori, né consiglieri. A nostro avviso scelta più giusta, commemorativa e rispettosa, sarebbe intitolare una via ai due magistrati come del resto già presenti a Termini Imerese, Cefalù, ma anche Pescara, Livorno, Monza e in alte città italiane”.

“Ebbene sì, sarebbe forse appropriato parlare di improvvisazione e di organizzazione alla carlona, quando una sentita motivazione e maggiore impegno avrebbero dovuto consigliare, tanto all’associazione promotrice quanto a chi di dovere nell’avere maggiore accortezza e rispetto della particolare e delicata iniziativa proposta. Peraltro, non è dato sapere se, dapprima, sia stato valutato con rigore ogni aspetto, riguardo alle motivazioni, riguardo l’idea progettuale e/o proposta se presentata all’ufficio toponomastica e corredata da informazioni storiche, culturali e biografiche, disegni e testi delle epigrafi. Insomma, se sia stato seguito un rigoroso iter dal vaglio della proposta, all’approvazione della giunta comunale, e la conseguente trasmissione alla prefettura per l’autorizzazione. Ciò che desta sgomento e indignazione il non avere dato il giusto apporto e valore, nonché risonanza, alla inaugurazione del , così tristemente definito, commemorativo, in onore dei due magistrati limitandosi a poche parole, e con la presenza di alcuni cittadini e l’assenza delle componenti più importanti e rappresentative delle istituzioni e delle autorità”.

“Ma, andiamo ad un’altra iniziativa di commemorazione, onore alla memoria, datata 7 luglio 2023, la cerimonia, in pompa magna, in onore e ricordo del campione del ciclismo Guido Messina che ha visto la collocazione di una targa in ceramica sul prospetto di un edificio a piazzetta Vaglica, la partecipazione accorata di figure istituzionali, associazioni e cittadini […] e ovviamente, anche l’amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Alberto Arcidiacono, dall’assessore allo Sport, Letizia Sardisco, da quello al Turismo, Fabrizio Lo Verso”.

“Sicuramente, rispetto e ammirazione, passione, per lo sport e i campioni dello sport – sottolinea Madonia -ma, assolutamente, non da meno doveva essere una cerimonia per due eroi internazionali, uomini e magistrati, dediti a costo della vita nella lotta alla mafia. Una differenza, sproporzione, discrepanza (sfuggita a qualcuno), ad onor del vero e per rigore morale, la seguente: Guido Messina ha seguito semplicemente una passione, e non è deceduto in un terribile attentato mafioso, è divenuto “eroe” in un percorso diverso; i due magistrati Falcone e Borsellino, consapevolmente, hanno seguito una missione speciale (a costo della loro vita), quali servitori dello Stato, avendo il coraggio di essere eroi, e sono stati due menti brillanti e due fari nella notte nella lotta contro la mafia che in Sicilia, specialmente ai loro tempi, deteneva il potere sulla società e sull’economia. Due simboli che hanno demolito la presunzione mafiosa di un ordine parallelo, svelando che la mafia è nella realtà un cancro per la comunità civile, priva di qualunque onore e dignità. Le figure di Falcone e Borsellino, come di tanti altri servitori dello Stato caduti nella lotta al crimine organizzato, hanno fatto crescere nella società il senso del dovere e dell’impegno per contrastare la mafia e far luce sulle sue tenebre, infondendo coraggio, suscitando rigetto e indignazione, provocando volontà di giustizia e di legalità. I valori e gli ideali di uomini come Falcone e Borsellino sono sopravvissuti alla loro morte, rafforzandosi, diffondendosi e mettendo radici nelle coscienze e nei cuori delle persone oneste”.

È più facile pensare fortemente allo sport e ricordare, e commemorare, in pompa magna un campione del ciclismo che impegnarsi a organizzare una cerimonia con tutti i crismi in onore di due eroi, simboli internazionali della lotta alla mafia. È più facile ricordare un campione del ciclismo che ha fatto fortuna altrove, vivendo altrove, e che nelle sue interviste poco o nulla diceva di Monreale, che non ricordare Falcone e Borsellino come si deve, ricordarne la storia, rievocare la memoria, ricordare che Borsellino fu giovane pretore a Monreale, ricordare che i due magistrati si adoperavano con i carabinieri di Monreale nella persona del comandante capitano Mario D’Aleo per la lotta alla mafia. Nessuna polemica, lungi da ciò, ma si fa appello a chi di dovere, per le stesse intenzioni dell’autore della lettera, la quale seppur si conclude in maniera esplicita, di dare anche adito a riflessioni e sensibilizzare sui temi e i contenuti della lettera, e se del caso di suscitare una sentita e concreta azione della politica locale. Si chiede, in maniera sentita – chiude la lettera Madonia – fra l’altro raccogliendo le doglianze di altri civili cittadini, di adoperarsi per la rimozione del commemorativo e ricollocarlo in altro spazio pubblico più visibile e decoroso, che si ritiene avere individuato tra le vie Archimede e Venero (edificio Polizia Municipale) e Piazza Canale, con la stessa delicatezza e rigore morale, legalità e giustizia professati in precedenza nelle note trascritte dai quotidiani locali, in modo che realmente si possa continuare sulla strada tracciata dai due magistrati e da servire, così, da spinta per tutti ma, soprattutto, quale monito ed esempio di rettitudine per le giovani generazioni”.

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