Sono stati ricordati questa mattina con una cerimonia a Ficuzza, frazione del comune di Corleone, nel territorio di Monreale, il colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo e il professore Filippo Costa, assassinati dalla mafia il 20 agosto 1977. La cerimonia si è tenuta alla presenza del comandante provinciale di Palermo, Generale di Brigata Luciano Magrini, del sindaco di Corleone, Walter Rà, della figlia del decorato, Benedetta Russo e delle massime Autorità civili e militari. L’Arcivescovo di Monreale, monsignor Gualtiero Isacchi, ha recitato una preghiera in suffragio delle vittime.
Il Generale Magrini, nel suo intervento, ha ricordato il tenente colonnello Russo quale eccellente investigatore e precursore nell’attività di contrasto al fenomeno mafioso. L’alto ufficiale ha sottolineato come il colonnello abbia iniziato ad intravedere quella che era la struttura nella quale si sarebbe evoluta Cosa Nostra, un’associazione a delinquere di stampo mafioso che iniziava a guardare alla possibilità di infiltrazione negli appalti, la mafia nella sua dimensione internazionale con un interesse sempre maggiore per il settore degli stupefacenti. Il Generale Magrini ha inoltre evidenziato come il Colonnello Russo sia per tutti noi un modello a cui ispirarsi, precursore nell’attività di contrasto alla mafia in un periodo nel quale non esistevano i collaboratori di giustizia, non c’era una normativa antimafia come quella di oggi, che ci consente di poter utilizzare tanti strumenti anche tecnologici che le norme ci mettono a disposizione.
In rappresentanza del presidente della Regione, era presente l’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo. “È fondamentale mantenere vivo il ricordo di chi, come il colonnello Russo, ha pagato con la vita per garantire un futuro migliore a tutti noi. La sua figura va ricordata con profondo rispetto per il coraggio e l’integrità dimostrati”, ha detto l’assessore. “Russo – ha aggiunto il componente della giunta Schifani – non è solo un eroe dell’Arma dei carabinieri, ma un esempio per ogni cittadino che crede nella giustizia e nella legalità. Il suo impegno e il suo sacrificio ci ricordano quanto sia fondamentale continuare a lottare contro ogni forma di criminalità e corruzione”.
Sotto la stele commemorativa è stata deposta una corona d’alloro ed è stata letta la motivazione della medaglia d’oro al valor civile conferita alla memoria del colonnello Russo. Il militare che in quel momento si trovava in compagnia dell’amico Filippo Costa, fu ucciso da quattro sicari del clan dei corleonesi, fra questi Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca perché stava indagando sugli interessi dei clan guidati da Totò Riina e Bernardo Provenzano nella costruzione della diga Garcia, nelle campagne di Roccamena. Il colonnello, che morì da comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Palermo, si occupò anche di altre delicate inchieste, come quella per l’omicidio di Peppino Impastato e quella sull’uccisione del presidente dell’Eni, Enrico Mattei.
“Questa commemorazione – ha concluso Tamajo – a distanza di tanti anni dall’agguato mafioso, ribadisce il dovere della comunità di non dimenticare e di continuare a portare avanti i valori di legalità e giustizia per i quali Giuseppe Russo ha lottato fino alla fine”.