Mafia, ricordati Nino Agostino e la moglie Ida. Dopo 35 anni ancora nessuna verità

Redazione

Regione - L'anniversario

Mafia, ricordati Nino Agostino e la moglie Ida. Dopo 35 anni ancora nessuna verità
Non si è mai scoperta la verità sull’omicidio

05 Agosto 2024 - 12:25

Sono stati ricordati questa mattina con una cerimonia l’agente scelto Antonino Agostino e della moglie Ida Giovanna Castelluccio assassinati dalla mafia 35 anni fa.

“Palermo ricorda oggi il sacrificio dell’agente Antonino Agostino, ucciso dalla mafia insieme alla moglie Ida Castelluccio – ha detto il sindaco di Palermo Roberto Lagalla -. Agostino ha operato con coraggio nella caccia ai latitanti, diventando testimone della lotta alla criminalità organizzata. Ma troppe ombre restano ancora attorno a questo omicidio. Per oltre trent’anni Vincenzo Agostino, il padre dell’agente scomparso lo scorso aprile (LEGGI QUI), ha portato avanti una lotta di impegno sociale per fare luce sull’attentato al figlio ed è anche per onorare la sua memoria che le istituzioni devono proseguire la propria azione per dare piena verità sulla strage del 5 agosto del 1989″, ha concluso Lagalla.

Il 5 agosto 1989 Agostino, era a Villagrazia di Carini con la moglie Ida Castelluccio, incinta di due mesi per festeggiare i 18 anni della sorella al villino dei genitori sul lungomare Colombo, e per l’occasione aveva comunicato di aspettare un figlio. Verso le 19.40, prima di andarsene, i coniugi andarono dal vicino per fargli vedere l’album di nozze quando arrivò una moto con due persone che iniziarono a sparare. Antonino fece in tempo ad aprire il cancello e fare da scudo alla moglie. Colpito da vari proiettili morì all’istante. Ida urlò che stavano uccidendo il marito e da terra li affrontò “vi conosco”. Uno dei due le sparò al cuore. Al funerale erano erano presenti i giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Proprio Falcone disse al suo amico commissario Saverio Montalbano: “Io a quel ragazzo devo la vita”. Non si è mai scoperta la verità sull’omicidio.

Secondo una delle ipotesi Antonino Agostino stava indagando sul fallito attentato dell’Addaura al giudice Falcone del 21 giugno 1989, quando alcuni agenti di scorta trovarono su una spiaggia dell’Addaura un borsone contenente cinquantotto candelotti di tritolo. In quella stessa spiaggia si trovava la villa di Giovanni Falcone, obiettivo del fallito attentato. Agostino forse, aveva scoperto qualcosa di importante. Un altro filone indica come movente il fatto che egli avesse visto tutori dell’ordine, forse dei servizi segreti, in compagnia di mafiosi. Attualmente i mandanti e gli esecutori dell’omicidio di Agostino e della Castelluccio sono ignoti. Il papà di Antonino, Vincenzo Agostino, dal giorno dell’omicidio non si è più tagliato la barba come forma di protesta contro l’occultamento della verità sulla morte del figlio e della nuora. Infatti raccontò diverse volte che prima dell’omicidio del figlio ricevette la visita di due uomini, di cui uno biondo con la faccia butterata, che cercavano il figlio, qualificandosi come “colleghi”. A ottobre scorso è stata confermata in appello la condanna all’ergastolo per il boss Nino Madonia, che ha scelto l’abbreviato e si è sempre dichiarato innocente. Il processo in ordinario a carico di altri due imputati, il boss Gaetano Scotto e un amico dell’agente ucciso, Francesco Paolo Rizzuto (che è accusato solo di favoreggiamento), è invece ancora in corso davanti alla Corte d’Assise.

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