Il tunisino ucciso in via Maqueda, fermato a Lucca giovane somalo

Redazione

Palermo - Le indagini

Il tunisino ucciso in via Maqueda, fermato a Lucca giovane somalo
Determinanti le immagini della videosorveglianza

23 Luglio 2024 - 12:03

Nel pomeriggio dello scorso 14 luglio, la Polizia con la Squadra Mobile di Palermo, in collaborazione con l’omologo Ufficio di Lucca, ha dato esecuzione al provvedimento di Fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo nei confronti di un cittadino di origine somala, classe ’96, ritenuto responsabile di omicidio aggravato dall’utilizzo di un’arma ai danni di un soggetto di origini tunisine. L’attività investigativa muove dall’episodio occorso a Palermo lo scorso 4 luglio, quando, al culmine di una violenta lite avvenuta nei pressi del civico 40 di via Maqueda, per motivi legati presumibilmente a debiti legati allo spaccio di sostanze stupefacenti, l’indagato colpiva al capo con un tirapugni il cittadino tunisino, il quale cadeva per terra battendo violentemente la testa. Immediatamente soccorso da personale del 118 intervenuto, il ferito veniva trasportato in codice rosso presso il pronto soccorso dell’Ospedale “Policlinico” di Palermo, ove permaneva presso il reparto di terapia intensiva in condizioni critiche con riserva sulla vita a causa di un’estesa emorragia cerebrale provocata dal colpo ricevuto ed infine decedeva in data 16 luglio a seguito di un aggravarsi delle condizioni cliniche.

Le prime attività d’indagine condotte dalla Squadra Mobile di Palermo, basate sull’analisi delle immagini tratte dai vari impianti di videosorveglianza e sull’escussione dei numerosi testimoni presenti al momento del fatto, consentivano di identificare rapidamente il presunto autore dell’aggressione, che nel frattempo si era dato alla fuga. D’intesa con la locale Procura della Repubblica è stato, pertanto, avviato il monitoraggio telefonico delle utenze in uso al predetto, poi integrato attraverso l’emissione di un provvedimento di Fermo di indiziato di delitto. Le prime risultanze di tale attività hanno permesso di accertare che il cittadino somalo, qualche giorno dopo l’aggressione, si era rifugiato presso il comune di Agrigento, ove d’intesa con la locale Squadra Mobile venivano estese le ricerche finalizzate al suo rintraccio, che davano però esito negativo.

In data 14 luglio, l’utenza in uso al predetto veniva agganciata a Roma nei pressi della Stazione ferroviaria “Tiburtina” ed avendo i poliziotti fondato motivo di ritenere che il fermando potesse viaggiare a bordo di un pullman attivo nel servizio di collegamento tra Italia e Francia, con tappa intermedia a Lucca, veniva organizzato in tempi rapidissimi un servizio di polizia giudiziaria, in collaborazione con la locale Squadra Mobile. L’attività consentiva di rintracciare l’indagato in quel centro cittadino, a bordo proprio di quel pullman con destinazione finale Grenoble. Al termine degli adempimenti di rito, il giovane è stato dunque associato presso la Casa Circondariale di Lucca, a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Al termine dell’udienza di convalida il Gip di Lucca – città in cui si trovava al momento del fermo – ha emesso un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere per omicidio preterintenzionale. L’attività investigativa messa in campo dalla Polizia di Stato ha saputo garantire in tempi rapidi una risposta ad un grave episodio di aggressione avvenuto in questo centro cittadino.

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