Maltrattata dai genitori perché si rifiuta di seguire i dettami dell’islam e di interrompere gli studi

Redazione

Regione - Lercara Friddi

Maltrattata dai genitori perché si rifiuta di seguire i dettami dell’islam e di interrompere gli studi
I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa con applicazione del braccialetto elettronico

18 Luglio 2024 - 08:42

Rifiuta di seguire i dettami della religione islamica e di interrompere gli studi e per questo, ha sistematicamente subito maltrattamenti e vessazioni da parte dei genitori. I carabinieri della Compagnia di Lercara Friddi hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa con contestuale applicazione del braccialetto elettronico, emesso dal gip del tribunale di Termini Imerese, nei confronti di due coniugi di origine nordafricana per il reato di maltrattamenti in famiglia commesso ai danni della figlia. Il provvedimento è scaturito a seguito delle indagini dei militari, sotto la direzione della Procura della Repubblica, che hanno permesso di delineare le violenze sia fisiche che psicologiche subite dalla ragazza nel corso degli anni.

Le condotte vessatorie denunciate dalla giovane derivavano dal rifiuto della stessa di seguire i dettami della religione islamica, in particolare di interrompere gli studi, motivo per cui lo scorso giugno si era allontanata volontariamente dalla propria abitazione. Il giorno in cui la ragazza avrebbe dovuto sostenere gli esami di maturità, i carabinieri venivano a conoscenza della grave situazione grazie alla segnalazione dell’istituto frequentato dalla giovane, dove i genitori si erano presentati con il verosimile intento di impedirle di sostenere le prove d’esame. “Appreso ciò – spiegano dal Comando – le donne e gli uomini dell’Arma hanno attivato la procedura prevista dal cosiddetto ‘Codice Rosso‘ informando subito l’Autorità Giudiziaria che assumeva la direzione delle indagini indispensabili a ricostruire e documentare quanto denunciato dalla giovane, emettendo un provvedimento cautelare a tutela della studentessa”.

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